Clonava biglietti e abbonamenti: sequestrata villa e conti a dirigente ATM
Accusata di aver clonato biglietti e abbonamenti per poi rivenderli con l'aiuto di alcuni colleghi complici.
Clonava biglietti e abbonamenti: sequestrata villa e conti a dirigente ATM.
Clonava biglietti e abbonamenti: sequestrata villa e conti a dirigente ATM
MILANO - Guai per una dirigente Atm, indagata per peculato aggravato. È accusata di aver clonato biglietti e abbonamenti per il servizio dell'azienda per poi rivenderli con l'aiuto di alcuni colleghi complici. Il Comando provinciale dei carabinieri di Milano, in collaborazione con il personale del Nucleo investigativo, ha notificato alla donna l'avviso di conclusione delle indagini preliminari e l'esecuzione del decreto di sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di 1,2 milioni di euro: una villa e alcuni conti correnti.
Le indagini ha avuto origine nel 2018
L'indagine ha origine nel 2018, svelando un vero e proprio sistema nel quale venivano stampati abusivamente biglietti Atm e poi venduti in nero negli Atm Point dove lavoravano. Dopo la scoperta del commercio abusivo, avvenuta a gennaio 2018 grazie a un'indagine interna della società, gli autori della truffa sono stati sospesi, denunciati e, in seguito, licenziati.
Il sistema della truffa
La funzionaria, stando alle indagini come riportato da Corsera, sfruttava due canali principali: la vendita in nero e i falsi rimborsi. Negli atti è infatti scritto che prelevava "da una scatola di cartone contenuta nella sua cassaforte un numero indeterminato" di abbonamenti intera rete Lombardia da 1.027 euro, "consegnandoli in cambio del controvalore in contanti all’operatore di sportello" (suo sottoposto) che poi provvedeva "a produrre una bolla di reso". In parole povere facevano figurare che un passeggero si fosse presentato allo sportello per riconsegnare il suo abbonamento, comprato ma mai utilizzato, e di aver restituito il valore in contanti allo stesso fantomatico passeggero. Ogni volta che faceva questo trucco, la funzionaria si metteva in tasca un «gettone» cash da 1.027 euro.
I biglietti "falsi"
Le prime vendite illegali di biglietti falsi risalgono al 2017, quando all'interno degli Atm Point venivano stampati biglietti extra che erano automaticamente non contabilizzati in quanto "errore". Gli autori della truffa hanno sfruttato il fatto che, quando la stampante si inceppa, se vengono prodotti più biglietti di quanto richiesto, quelli eccedenti vengono scartati perché il sistema non li ha contabilizzati.
La stampante malfunzionante
Secondo gli inquirenti, i dipendenti Atm coinvolti nel raggiro, guidati dalla dirigente accusata di peculato aggravato, fingevano un malfunzionamento della stampante dei biglietti mandandone in scarto una certa quantità, che il sistema riteneva difettosa e quindi non contabilizzava. Biglietti che in seguito, essendo in realtà perfettamente vendibili, venivano smerciata in nero.
I sospetti dell'azienda
L'azienda ha intuito che qualcosa non fosse chiaro perché nel mese di ottobre del 2017 il numero di biglietti scartati era salito a 1700, mentre di solito in un mese non superavano i trecento. Andando a ritroso su chi aveva utilizzato le stampanti, Atm è così risalita ai nomi degli impiegati truffatori. Un impiegato avrebbe per esempio guadagnato illecitamente almeno 23mila euro stampando circa 1.800 biglietti.
Le ammissioni di alcuni dipendenti
Alcuni dei dipendenti coinvolti nella frode hanno ammesso la propria responsabilità nel commercio illecito e hanno iniziato a restituire il denaro sottratto indebitamente all'azienda dei trasporti, che al momento ha recuperato una parte del denaro. La vicenda ha comunque causato ai dieci dipendenti il licenziamento per giusta causa ed è finita nelle mani dell'autorità giudiziaria, che ora ha notificato la conclusione delle indagini preliminari a chi ha orchestrato la truffa godendo di una posizione dirigenziale.