l'incidente mortale

Chi era Alfina, la donna in bici travolta e uccisa da una betoniera a Milano

Lascia un ragazzo di quattordici anni, Alfina, la donna che è stata uccisa ieri da una betoniera a Milano

Chi era Alfina, la donna in bici travolta e uccisa da una betoniera a Milano
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Alfina D'Amato era la donna morta ieri, giovedì 22 giugno, investita da un camion betoniera che ha agganciato la sua bicicletta trascinandola sotto il pesante mezzo.

Chi era Alfina, la donna in bici travolta da una betoniera

MILANO - A Milano il "killer dell'angolo cieco" ha fatto quattro nuove vittime quest'anno, tutti ciclisti che hanno perso la vita in un tragico istante.

La tragedia di ieri in piazza Durante

L'ultima tragedia si è consumata giovedì mattina, quando Alfina D'Amato, una donna di sessant'anni e madre di un ragazzo di quattordici anni, è stata uccisa da una betoniera. L'autista alla guida del pesante veicolo ha raccontato di aver percepito un sobbalzo improvviso, guardando nello specchietto retrovisore solo per scoprire la terribile realtà: "Ho sentito come un dosso, ho guardato e ho visto la signora in mezzo alla strada".

La bici rimasta incastrata sotto il pesante mezzo

L'impatto ha proiettato la vittima a terra, lasciando dietro di sé occhiali, scarpe e un mazzo di chiavi. Una lunga striscia di gesso, tracciata dai vigili del fuoco, ha segnato il percorso mortale che si estendeva per quasi cinquanta metri dalla scena dell'incidente fino all'incrocio tra via Predabissi e piazza Durante, dove la betoniera si è fermata con la bicicletta color panna incastrata tra gli assi delle ruote. Sul manubrio, due borse di tela, e nel cestino un sacchetto con gli acquisti del mattino.

Il maledetto angolo cieco

Era solo poco dopo le 9.20 del mattino, quando Alfina D'Amato, residente in viale Monza, a meno di un chilometro da piazza Durante, aveva deciso di intraprendere il suo tragitto quotidiano. Proveniente da una zona con limite di velocità di trenta chilometri all'ora, sembra che si fosse posizionata accanto alla betoniera mentre il semaforo diventava verde e il mezzo svoltava a destra. La bicicletta si è trovata tragicamente nell'angolo cieco, quel tratto di strada che sfugge alla visuale degli specchietti retrovisori. La vittima è apparsa subito in condizioni disperate, ma i medici hanno tentato di rianimarla e l'hanno portata d'urgenza al Policlinico. Purtroppo, ogni sforzo si è rivelato vano, e Alfina D'Amato ha perso la vita.

L'autista sotto inchiesta per omicidio stradale

L'autista del veicolo accusato per omicidio stradale, ha spiegato: "Ho aspettato il verde, avevo la freccia accesa. Mi sono anche fermato prima di svoltare".

Il lungo elenco delle vittime della strada a Milano

Tuttavia, l'ombra dell'angolo cieco sembra aver già reclamato altre vittime in passato. All'inizio di febbraio, Veronica D'Incà, una trentottenne, è stata travolta e uccisa proprio da questa minaccia invisibile in piazzale Loreto. Ad aprile, Cristina Scozia, trentanove anni, ha subito la stessa sorte mentre si trovava a pochi metri dal Tribunale, investita da una betoniera lungo corso di Porta Vittoria. A maggio, la terza vittima, Li Tianjiao, un uomo cinese di cinquantacinque anni, è stato travolto da un camion in via Comasina.

I provvedimenti del Comune

Per porre fine a questa serie di tragiche perdite, il Consiglio comunale ha votato un ordine del giorno all'inizio di maggio, sollecitando il sindaco Beppe Sala a vietare l'accesso alle strade cittadine, durante il giorno, ai camion sprovvisti di sensori o telecamere in grado di rilevare l'angolo cieco letale. La giunta comunale prevede di implementare questa misura entro metà luglio. Tuttavia, affinché questa norma sia incontestabile, sarà necessario un intervento del ministro Salvini sul Codice della strada. Solo un'azione decisa e tempestiva potrà proteggere la vita dei ciclisti milanesi da questo assassino silenzioso, celato nell'ombra dell'angolo cieco.

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