l'allarme

Carceri milanesi, Monica Forte: "Mancano investimenti e progetti di reinserimento"

“Il carcere di San Vittore sembra un manicomio”. Così il garante dei diritti dei detenuti, Francesco Maisto

Carceri milanesi, Monica Forte: "Mancano investimenti e progetti di reinserimento"
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Carceri milanesi, Monica Forte: "Mancano investimenti e progetti di reinserimento". "Sembra un manicomio”. Così il garante dei diritti dei detenuti, Francesco Maisto.

Carceri milanesi, Monica Forte: "Mancano investimenti e progetti di reinserimento"

MILANO - “Il carcere di San Vittore sembra un manicomio”. Con queste parole il garante dei diritti dei detenuti, Francesco Maisto, ha descritto la situazione della casa circondariale milanese. L’occasione è stata quella della seduta di una sottocommissione del Consiglio comunale meneghino che si è tenuta ieri.

Monica Forte, presidente della Commissione regionale antimafia

La presidente della Commissione regionale antimafia, Monica Forte, rilancia l’allarme:

“In questi anni ho potuto visitare diverse strutture di detenzione e quanto denunciato dal garante dei diritti dei detenuti rappresenta una situazione purtroppo comune in Lombardia. Abbiamo però anche esempi virtuosi e Regione deve fare di tutto per sviluppare modelli del genere”.

Dalla relazione del garante Maisto, è emerso come non solo il sovraffollamento sia una grossa problematica, anche la mancanza di personale e supporto (anche psicologico) ai detenuti.

"Lo scopo della detenzione in carcere è rieducativo"

Monica Forte: “Non si è investito abbastanza. Ricordo che lo scopo della detenzione in carcere sia quello rieducativo, non punitivo. Bisogna riabilitare i carcerati, lo prevede la nostra Costituzione. Negli ultimi anni ci sono state troppe contraddizioni, da una parte si chiede vengano ammorbidite le pene per chi è detenuto con il regime del 416 bis e dall’altra non si attivano tutti i percorsi idonei a sostenere il ritorno alla normalità per chi è detenuto per i cosiddetti reati minori. Le persone vengono lasciate in stanza sovraffollate e troppo poco si fa per la loro formazione, aspetto fondamentale per il reinserimento nel mondo del lavoro e quindi nel tessuto sociale. Continuerò a portare il mio contributo affinché le autorità regionali e nazionali tornino a investire su questo settore, non solo per il bene dei detenuti ma anche per la società civile che rappresentiamo e diciamo di voler difendere”.

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