le contestazioni

Anniversario della strage di piazza Fontana: Sala interrotto da antagonisti che protestano per Cospito

Gli anarchici sono intervenuti con urla e slogan contro il 41 bis applicato ad Alfredo Cospito, che nel 2006 fece esplodere due ordigni presso la Scuola Allievi Carabinieri di Fossano

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Nel corso delle commemorazioni per la strage di piazza Fontana un gruppo di antagonisti ha interrotto il discorso del sindaco per protestare contro il 41 bis applicato all'anarchico Alfredo Cospito, che tra il 2 e il 3 giugno del 2006 aveva piazzato due ordigni a basso potenziale presso la Scuola Allievi Carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, la cui esplosione non causò vittime.

Sala interrotto da antagonisti che protestano per Cospito

video: MiaNews

MILANO - Alfredo Cospito è in sciopero della fame dal 20 di ottobre e i protestanti sono scesi in piazza per ribellarsi contro il provvedimento, interrompendo il discorso del sindaco Giuseppe Sala, che così ha commentato la protesta:

“Come tutti gli anni, un po’ c’è da aspettarselo ma comunque il senso dell’essere qua non è toccato per niente da qualche contestazione. Siamo qua soprattutto per i familiari delle vittime e per ribadire che giustizia alla fine non è stata fatta, ma Milano c’è e questa pagina dolorosa della nostra città e del nostro Paese è stata anche virtuosa per quello che è successo dopo. Con 300 mila persone ai funerali in piazza Duomo e questa voglia della nostra città, medaglia d’oro della Resistenza, di ribadire da che parte stiamo”.

Il sindaco ha commentato anche l'assenza di altre figure alla commemorazione: “Succede, ma non viene mai meno il dovere che Milano si sente e che in questi momenti viene espresso con grande forza da tutti i cittadini”.

Il discorso del sindaco per la commemorazione

"Sono 53 anni che l'Italia è indignata, che Milano è indignata. E quell'indignazione è il muro più inscalfibile che la strage di Piazza Fontana ha eretto. La strage di Piazza Fontana è la madre di tutte le sue sorelle, genera altre stragi a lei sorelle, se non nelle modalità, sicuramente nell'impossibilità di stabilire con piena certezza le responsabilità, i colpevoli, i mandanti, gli esecutori materiali.

Credo che tutti noi che ci siamo riuniti qui, dal primo all’ultimo, riteniamo una vergogna, storica e civile, che più di 50 anni dopo i fatti un'intera nazione sia costretta a dire come fece Pasolini 'Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969' e in realtà non poterli pronunciare, quei nomi. Perché la palude della storia, anche giudiziaria, ha impedito a tutti di condannarli e ha promosso la sopravvivenza non della memoria, ma dell'indignazione.

Se non c'è sentimento, celebrare la memoria è un esercizio vuoto, è pura retorica. Ma io sfido chiunque a venire qui, sempre in questo luogo, il 12 dicembre di qualsiasi anno, e a dire che si sta facendo un esercizio retorico".

Le immagini dei funerali

Nel suo discorso il sindaco ha ricordato anche i funerali delle vittime della strage:

"Mi capita talvolta di andare su YouTube a rivedermi le immagini incredibili dei funerali per i morti della strage, il 15 dicembre 1969, a tre giorni dall'attentato. Dovremmo celebrarli con una cerimonia apposita, ogni anno, ma forse li celebriamo sempre: il 12 dicembre onoriamo la memoria dei morti, ma anche la reazione dei vivi.

C'è da rimanere attoniti a guardare le immagini sfocate, in bianco e nero, di quei funerali, 300mila persone a ridosso del sagrato del Duomo, in un silenzio impressionante. Gli sguardi, pieni di indignazione e di dignità, delle donne e degli uomini, di qualsiasi ceto sociale, di ogni età e provenienza. Quei funerali hanno contribuito in maniera significativa a salvare la democrazia nel nostro Paese".

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