Una storia di ingiustizia

"A mio padre violento spetta l'eredità di mia mamma: un dolore troppo forte"

Una vicenda che ha radici nel sud Milano, una storia di ingiustizia, una petizione su Change.org che sta raccogliendo migliaia di firme.

"A mio padre violento spetta l'eredità di mia mamma: un dolore troppo forte"
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Una vicenda drammatica, raccontata dai nostri colleghi de Il Giornale dei Navigli, che si è svolta tra Buccinasco e Corsico e che ora la figlia Desirèe vuole far conoscere, “sollevare l’attenzione e chiedere a chi di dovere di modificare una legge ingiusta, di tutelare i diritti delle vittime”, spiega.

Una storia di ingiustizia

CORSICO - “Mia mamma ha fatto tanti sacrifici nella vita. Ha lavorato duramente, per non farci mancare nulla. Le spese erano tante, lei si era indebitata per farci vivere lontane da nostro padre violento. Non potevamo permetterci tante cose, ma eravamo felici di essere, noi tre, una bella famiglia”.

Una vicenda drammatica che ha avuto luogo tra Buccinasco e Corsico

Desirèe Gullo ha 30 anni. Ha vissuto a Buccinasco, ora è a Corsico, dove abitava mamma Carmelina prima di andarsene a soli 63 anni, lasciando le due figlie dopo una vita insieme, sempre unite. A spezzare il cuore delle due sorelle non c’è esclusivamente la morte della mamma, già dramma terribile da affrontare, ma una vicenda incredibile che Desirèe vuole far conoscere, “sollevare l’attenzione e chiedere a chi di dovere di modificare una legge ingiusta, di tutelare i diritti delle vittime”, spiega.

Il marito violento ora prende la pensione di reversibilità della moglie

Dopo la morte della mamma, avvenuta a gennaio dello scorso anno dopo un ricovero per covid, il padre condannato a tre anni di reclusione (poi uno scontato in carcere) per violenze sessuali, abusi e maltrattamenti su moglie e figlie quando erano piccole, percepisce la pensione di reversibilità della ex moglie e ha diritto a un terzo della proprietà dell’appartamento.

Insomma, un erede esattamente come le figlie. Come è possibile? “Mia mamma non aveva disponibilità economiche per affrontare il divorzio, quindi era solo separata. Credo che il divorzio debba scattare in automatico per le vittime di abusi, anche per questo ho lanciato la petizione su Change.org.

Desirèe ha lanciato una petizione su Change.org.

Abbiamo chiesto a mio padre di rinunciare alla quota della casa e di tenersi la pensione e ha detto di no, nonostante in questi anni non ci abbia sostenuto in alcun modo e non abbia neanche pagato i risarcimenti che ci spettavano”. Quello che chiede Desirèe è anche che “le vittime di abusi, soprattutto se subiti da piccoli, possano avere più tempo per elaborare i traumi. È assurdo che questi reati vadano in prescrizione”.

La petizione, aiutata anche dal team di Change che l’ha sponsorizzata (link alla petizione: https://www.change.org/p/molestato-%C3%A8-cos%C3%AC-che-si-difendono-le-donne?source_location=petitions_browse), ha già ricevuto oltre 35mila firme in poco tempo.

Una battaglia alla ricerca della giustizia

”In tanti mi hanno scritto dicendo che vivono la stessa cosa, la medesima situazione, ma che non hanno mai trovato appoggio per far sentire la propria voce. Forse questa è l’occasione per tutte le vittime di queste ingiustizie di farsi sentire”. Desirèe, oggi educatrice con esperienze professionali anche nelle scuole di Corsico, spiega che la sua battaglia è “per mia mamma, per quello che mi ha lasciato. Il coraggio, di denunciare il marito violento, nonostante le minacce e le ritorsioni. Anche per questo chiedo maggiore tutela per chi decide di denunciare.

Non si può chiedere alle vittime di farsi avanti e poi lasciarle sole. Mamma era una donna forte, ha fatto tanti sacrifici per noi. Era impiegata agli uffici di Auchan ad Assago, finalmente aveva raggiunto la pensione e le piaceva fare la nonna, amava la sua nipotina, figlia di mia sorella. Se n’è andata troppo presto per godersi il suo tempo dopo anni di difficoltà. Un dolore forte che ora, con questa ingiustizia, diventa rabbia”.

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