morte in carcere

18enne muore carbonizzato in una cella al Carcere di San Vittore, salvo il compagno

Il rogo sarebbe stato appiccato da lui stesso al materasso con le fiamme che si sono poi propagate in tutta la cella

18enne muore carbonizzato in una cella al Carcere di San Vittore, salvo il compagno
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Il dramma sarebbe stato causato da "un incendio appiccato, sembrerebbe, da loro stessi come ormai avviene con assidua frequenza", afferma la polizia penitenziaria.

18enne muore carbonizzato in cella al Carcere di San Vittore

MILANO - Notte di tragedia al Carcere di San Vittore: un detenuto di 18 anni è morto carbonizzato a causa di un incendio divampato nella cella che condivideva insieme ad un altro detenuto.

Il giovane si trovava in carcere con l'accusa di rapina ed era in attesa di giudizio. Si chiamava Loka Moktar Joussef Baron ed era nato nel febbraio del 2006.

Lo rende noto il sindacato di polizia penitenziaria Uilpa che spiega:

"Un detenuto di origini egiziane verso la mezzanotte è rimasto carbonizzato nella sua cella della Casa Circondariale di Milano San Vittore, che condivideva con un altro detenuto, a causa di un incendio appiccato, sembrerebbe, da loro stessi come ormai avviene con assidua frequenza - afferma Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria -. Non crediamo possa parlarsi di suicidio, ma è un’altra morte che si aggiunge ai 70 detenuti e ai 7 agenti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno in quello che sempre più appare come un bollettino di guerra".

De Fazio ha poi posto l'accento sul fatto che San Vittore sia il carcere più sovraffollato d'Italia:

“A San Vittore sono letteralmente stipati 1.100 detenuti, a fronte di 445 posti disponibili, con un sovraffollamento di oltre il 247%, sorvegliati da 580 appartenenti al corpo di polizia penitenziaria, distribuiti su più turni e compresi gli addetti agli uffici e ai servizi vari, rispetto a un fabbisogno di almeno 700, con una scopertura del 17%. Il governo, oltre al gossip di questi giorni, dovrebbe occuparsi compiutamente e, se mai, versare qualche lacrima per quanto si continua a perpetrare nelle carceri".

E ancora:

"Va immediatamente deflazionata la densità detentiva, sono 15mila i detenuti oltre la capienza, necessita potenziare il corpo di polizia penitenziaria, mancante di oltre 18mila unità, va assicurata l’assistenza sanitaria e psichiatrica, vanno rese salubri e sicure le strutture. E poi va riorganizzato l’intero sistema. Altrimenti - ha concluso -, nostro malgrado, con necrologi quotidiani continueremo a contare le morti che non possono non avere dei responsabili, non solo morali”.

 

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