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Violenza sulle donne: "Si abbassa l’età di chi commette questi reati", i dati del Tribunale di Milano

"Questo ci preoccupa molto perché il modello di patriarcato della mia generazione è ancora fortemente presente nelle giovani generazioni", ha detto il presidente Roia

Violenza sulle donne: "Si abbassa l’età di chi commette questi reati", i dati del Tribunale di Milano
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Violenza sulle donne: Fabio Roia, il presidente del Tribunale di Milano , ha diffuso i dati riguardanti i reati sulla violenza di genere trattati dal Tribunale nel 2023.

L'allarme del presidente Roia: "Si abbassa l’età di chi commette questi reati"

MILANO - Nel 2023 (dati al 31 ottobre) le sentenze del Tribunale di Milano per i reati orientati dal genere (maltrattamenti, stalking e violenza sessuale) sono state 930 (+121 rispetto all'anno 2022). Di queste il 53% sono di condanna, il 23% di non doversi procedere e il 23% di assoluzione e a incidere sull'esito del processo è anche la durata dello stesso.

I dati del Tribunale di Milano

A fare il punto della situazione è il presidente del Tribunale Fabio Roia durante un incontro con la stampa a Palazzo di Giustizia per illustrare gli ultimi dati di Tribunale e Procura sulla violenza di genere che lancia un allarme: “Il dato preoccupante a Milano è l’abbassamento della soglia di età di chi commette reati orientati dal genere. Il 40% degli autori hanno tra i 18 e i 35 anni

Non doversi procedere: cosa significa

"'Non doversi procedere' significa quasi certamente che quando una donna viene sentita a molta distanza, più passa il tempo, o ha sciolto quel legame tossico e si è creata un'alternativa di vita o comunque tende a minimizzare quello che è stato detto in sede di denuncia o di indagini preliminari e questo porta il giudice a dover prendere atto della situazione - ha spiegato - quindi sono sentenze che non possiamo definire né di assoluzione né di condanna ma sostanzialmente in cui il giudice prende atto di una situazione di 'riappacificazione' anche se probabilmente si dovrebbe erogare la sanzione".

Fabio Roia

I tempi di durata dei processi

Secondo i dati presentati durante l'incontro l'85% dei procedimenti si conclude nei tre anni, il 63% nei due anni. L'80% dei riti abbreviati invece si conclude entro un anno. "Un dato un po' inquinato da alcune disposizioni della riforma Cartabia - ha precisato Roia -, ma certamente dobbiamo assolutamente ridurre i tempi della durata dei procedimenti, per rispetto della vittima e per evitare un involontaria violenza secondaria con pressioni esterne per la persona offesa".

Per quanto riguarda le condanne emesse dal Tribunale sui tre tipi di rati di genere, la percentuale maggiore è per violenza sessuale, quasi 64% al dibattimento e 72% nell'abbreviato mentre si registra una media generale per tutti i reati del 50% di assoluzioni. "Un dato più alto sicuramente rispetto alla media di tutti i procedimenti che celebriamo al Tribunale di Milano", ha commentato Roia.

Il patriarcato ancora radicato nei giovani

La pena maggiormente erogata è tra i 2 e 4 anni reclusione, mentre per quanto riguarda gli imputati il 92% sono uomini e il 45% sono 'giovani adulti' cioè nella fascia d'età compresa tra i 18 ai 35 anni. "Questo ci preoccupa molto perché il modello di patriarcato della mia generazione è ancora fortemente presente nelle giovani generazioni", ha detto il presidente del Tribunale. Anche le vittime sono nel 45% dei casi fra i 18 e i 35 anni.

"Da un lato positivo perché significa che le giovani donne denunciano prima rispetto al passato", ha evidenziato. Le vittime per il 73% sono italiane. A testimonianza, ha osservato Roia che "c'è ancora molto sommerso in certe comunità" dove non si denuncia "dobbiamo lavorare a livello di rete". A livello generale la violenza di genere è riguarda in modo trasversale tutta la popolazione, senza distinzioni come reddito o formazione.

All'incontro è intervenuta anche la presidente della V Sezione Penale Elisabetta Canevini:

"Assistiamo a un preoccupante abbassamento dell'età media degli autori e delle vittime che ci chiama anche a una gestione del processo con modalità diverse - ha riferito - ci si deve confrontare con una serie di fragilità in più e per evitare il rischio vittimizzazione secondaria, è necessario predisporre una serie di tutele più intense" in particolare "per evitare di fare incontrare persona offesa con imputato". In certi casi, ha detto ancora "si riscontrano problemi di fragilità fortissima che rende impossibile procedere all'esame dibattimentale perché l'esposizione al processo darebbe conseguenze psicofisiche drammatiche alle quali siamo chiamati a non esporre la vittima".

Mancano il 21% dei magistrati

Roia è tornato anche a sottolineare la carenza di organico del 21% di magistrati. "Ma non voglio che sia una scusante - ha precisato - c'è una carenza di risorse nel settore giudiziario però su questi temi e su questi processi dobbiamo fare degli sforzi organizzativi per assicurare dei tempi molto più rapidi della risposta giudiziaria". Da parte sua anche una prima proposta: "Non mi sono ancora insediato ma ho in mente alcuni interventi come provare a specializzare la sezione Gip-Gup su queste materie - ha detto -. In Italia non c'è nessun ufficio specializzato ma non per cattiva volontà dei giudici che non si vogliono specializzare, ma per un problema tecnico-pratico" e "questo è sicuramente uno dei primi obiettivi a cui proporrò a tutti i colleghi di lavorare, quando mi insedierò come presidente del Tribunale".

Tra i dati evidenziati durante l'incontro anche quello relativo alle misure cautelari: "La sezione Gip-Gup ha emesso ad oggi 498 misure cautelari per tutti i reati, 351" di queste "sono state emesse per reati orientati dal genere, quindi per violenza sessuale, atti persecutori e maltrattamenti" un dato che è "pari al 70% di tutte le misure emesse nel 2023", ha sottolineato Roia.

Problemi per il braccialetto elettronico per gli indagati

Il procuratore aggiunto Letizia Mannella invece rispondendo a una domanda sulla diffusione del braccialetto elettronico per gli indagati ha spiegato: "Sul braccialetto dato alla persona sottoposta a misura siamo messi abbastanza male. Riusciamo a volte a ottenerli, ma è capitato in diversi casi che diano falsi allarmi o altri problemi".

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