graffiti, decoro e sicurezza

Una nuova “Rivoluzione arancione” per l’ambiente arriva da Milano

Non si ferma la protesta dei giovani ambientalisti, si pone così il problema della tutela dei beni architettonici.

Una nuova “Rivoluzione arancione” per l’ambiente arriva da Milano
Pubblicato:

Non si ferma la protesta dei giovani ambientalisti nel nostro Paese: Teatro alla Scala il 7 dicembre, Palazzo Madama il 2 gennaio e ora la sede del Governo francese. Si pensa così a come affrontare il problema della tutela dei beni architettonici.

Arriva la nuova “Rivoluzione arancione” per l’ambiente

MILANO – È l’inizio di una nuova “Rivoluzione arancione”? Come riporta Giornale dei Navigli, dopo le azioni dimostrative all’interno di alcuni tra i più importanti musei del mondo, i giovani attivisti impegnati per l’ambiente hanno deciso di prendere di mira dei luoghi simbolo del potere istituzionale.

Se, infatti, il 7 dicembre scorso hanno gettato vernice colorata sulla facciata del Teatro alla Scala il giorno stesso della Prima, ora sono gli edifici che ospitano uffici istituzionali il bersaglio preferito.

Gli autori dei gesti dimostrativi

Il 2 gennaio, la protesta si è infatti spostata a Roma, dove Laura, Davide e Alessandro hanno spruzzato vernice arancione lavabile sulla facciata principale di Palazzo Madama, che ospita il Senato della Repubblica.

E solo due giorni dopo, è stato preso di mira un nuovo edificio simbolo, Palazzo Matignon, sede del Governo francese. In Italia, i “gesti di disobbedienza civile” sono stati rivendicati dagli attivisti di “Ultima Generazione”. A Parigi dall’omonimo collettivo ecologista “Dernière Rénovation”.

La tutela degli edifici storici

Come per le opere d’arte all’interno dei musei, si pone ora il problema della tutela degli edifici storici. «Il vile e grave gesto che ha colpito Palazzo Madama ci richiama anche alla necessità di impegnarci - evidenzia l’on. Fabio Raimondo, esponente di Fratelli d'Italia - per una costante protezione e manutenzione dei nostri beni pubblici». E riferendosi al capoluogo lombardo aggiunge: «Serve un impegno condiviso per condurre una battaglia, giorno per giorno, che riporti il decoro in intere aree della città in cui l’incuria, la sporcizia, i graffiti selvaggi hanno reso Milano più brutta e insicura».

L’emergenza milanese

Anche Milano è quindi a rischio. E non solo per gli episodi dimostrativi plateali, come quello del 7 dicembre scorso. D’altra parte il tema graffiti è uno dei più caldi nella capitale italiana dell’economia, strettamente legato al decoro e alla sicurezza.

«Pensare di intraprendere uno scontro diretto con chi imbratta i muri – sottolinea Marco Amico, fondatore di DoctorWall, pronto intervento graffiti – o blindare le città con forze dell’ordine e transenne rischia di rivelarsi una guerra senza vincitori. Secondo noi occorre agire su diversi fronti, anche in base alle situazioni, partendo dalla prevenzione».

Il graffitismo è in crescita

«In alcuni casi – precisa Marco Amico – si tratta di puro vandalismo. In altri di protesta fine a se stessa. In altri ancora, come nell’episodio al Senato, di azioni plateali di protesta sulle quali la cittadinanza è divisa tra i colpevolisti assoluti e chi, invece, trova una giustificazione sui principi valoriali alla base della contestazione.

Al di là di questo – prosegue – occorre tenere presente la realtà dei fatti, considerando che solo a Milano ci sono almeno 1300 writer. E la stima è sicuramente per difetto, perché occorre aggiungere quelli che agiscono sporadicamente. Forse il problema va affrontato con un approccio diverso e innovativo, anche con un patto pubblico-privato, perché le grandi città sono sotto gli occhi del mondo intero».

MT

Seguici sui nostri canali