Il confronto

Un anno fa uscivamo dal lockdown: come era la situazione a Milano e come è oggi

Il primo lunedì di libertà dopo due mesi di clausura forzata. 356 giorni dopo siamo ancora alle prese con il Covid-19, ma abbiamo un'arma in più: i vaccini.

Un anno fa uscivamo dal lockdown: come era la situazione a Milano e come è oggi
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Era un lunedì, il primo lunedì di libertà dopo due mesi di clausura forzata. Un anno fa, 4 maggio 2020, uscivamo dal lockdown e probabilmente non ci saremmo aspettati che 356 giorni dopo saremmo stati ancora alle prese con  la battaglia con il Covid-19. Una battaglia che, sebbene oggi abbiamo l’arma dei vaccini dalla nostra parte,  non è ancora vinta.

Un anno fa uscivamo dal lockdown: le differenze tra ieri e oggi

577 i contagiati in Lombardia in quel fatidico 4 maggio. Meno dei nuovi positivi che in questi giorni registriamo nella nostra regione (ieri sono stati 637). Il 4 maggio 2020 in tutta la Lombardia vennero eseguiti 7978 tamponi (quasi 7.3% quelli positivi) mentre se guardiamo gli ultimi dati disponibili a ieri (e quindi i tamponi di domenica, giornata in cui tradizionalmente il tracciamento è inferiore) gli esami  eseguiti sono stati più del doppio, ovvero  15.287. Mediamente in queste settimane i tamponi processati sono oltre 30mila al giorno con un tasso di positività che si aggira intorno al 4%.

E la situazione negli ospedali? Un anno fa le persone ricoverate in Lombardia erano 6947, 532 delle quali in Terapia intensiva. Oggi i ricoverati sono 3750, 535 dei quali in Rianimazione. 63 i decessi nel giorno della fine del lockdown nella nostra regione, 28 le vittime ufficializzate ieri.

In provincia di Milano un anno fa, mentre ci riaffacciavamo alla nuova normalità, o per meglio dire alla “Fase 2” come venne definita, i nuovi casi di Coronavirus furono 186, 20.245 in tutto dall’inizio pandemia. Ieri sono stati 306.

IL CONFRONTO:

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Cosa potevamo fare un anno fa

Esattamente un anno fa, racconta "Prima Lecco", iniziava la Fase 2. Ma cosa potevamo fare? Ci si poteva muovere all’interno della propria regione e per la prima volta dopo mesi si potevano rivedere i propri congiunti nel rispetto delle distanze, con l’adozione delle mascherine e col divieto di assembramento. Vigeva il divieto assoluto di assembramenti pubblici, ma anche privati e ai sindaci era data la possibilità di chiudere determinate aree “a rischio”. Sì all’accesso ai parchi pubblici, ma con rigoroso rispetto delle distanze e contingentamento degli ingressi.

Il 4 maggio dello scorso anno siamo potuti tornare a fare sport lontano dall’abitazione. Sì anche alla ristorazione d’asporto e alla ripartenza  dell’attività manifattura, edilizia e il commercio all’ingrosso funzionale a manifattura e costruzioni. Tutto il resto delle attività era chiuso così come le scuole di ogni ordine  e grado. E le mascherine? In Lombardia era obbligatorio coprirsi naso e bocca in luogo pubblico.

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Cosa possiamo fare oggi

Oggi la situazione è diversa:  la Lombardia intera è in zona gialla. Le restrizioni esistono ancora, a partire dal coprifuoco che è stato introdotto ben dopo il 4 maggio 2020 e le mascherine ci accompagnano ancora quotidianamente e ovunque ma il grado di libertà è decisamente diverso.

I ragazzi (quasi tutti) sono a scuola, negozi e fabbriche sono aperti e da lunedì scorso bar e ristoranti possono effettuare servizio all’aperto. Ma la differenza fondamentale è che oggi, come detto, affrontiamo il virus con un’arma in più: i vaccini.

 

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