Studio del Niguarda: a sei mesi dal vaccino anticorpi ancora presenti
La protezione indotta dal vaccino continua a essere alta ed efficace negli oltre 2.000 partecipanti allo studio sul personale dell’Ospedale Niguarda.
Studio del Niguarda: a sei mesi dal vaccino anticorpi ancora presenti.
Studio del Niguarda: a sei mesi dal vaccino anticorpi ancora presenti
La ricerca dopo 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale
I risultati dello studio clinico “Renaissance”
“Con le prime due analisi, cioè dopo 14 giorni e 3 mesi dalla vaccinazione, avevamo osservato una risposta anticorpale in circa il 99% dei vaccinati”, commenta Francesco Scaglione, Direttore del laboratorio di Analisi chimiche e Microbiologia di Niguarda.
Nel 99% dei vaccinati vi è una buona presenza di anticorpi in circolo
Gli studi sierologici a distanza di 6 mesi confermano che nella stessa percentuale di vaccinati, cioè il 99%, vi è una buona presenza di anticorpi in circolo. Tra i pochi (1%) che invece non mostrano una risposta rilevabile, alcuni fin dall’inizio, vi sono anche soggetti con condizione clinica di immunodepressione.
La curva di riduzione
In questi 6 mesi il titolo anticorpale medio è naturalmente sceso. In particolare la curva di riduzione è stata più netta e veloce nei primi 3 mesi (tra i 14 giorni e i 3 mesi il calo è stato di circa il 70%) e più lenta e graduale nel periodo successivo (circa il 45%).
Secondo l'indagine, l’86% del campione studiato possiede a 6 mesi un titolo inferiore a 1.000 BAU, il 6% un titolo tra 1.000 e 1.500 BAU (Binding Antibody Unit), un 3% tra 1.500 e 2.000 BAU e un 4% un titolo superiore a 2.000 BAU. L’1% invece non ha una risposta anticorpale rilevabile.
Il Direttore del laboratorio di Analisi chimiche e Microbiologia di Niguarda
“È importante sottolineare che il 4% della nostra popolazione ha ancora titoli altissimi, superiori a 2000 BAU - evidenza Scaglione - il 51% di questi aveva una storia di COVID-19 prima della vaccinazione, mentre il 45% non è mai entrato in contatto con il virus”. C’è un altro dato da tenere presente e riguarda il numero di persone che si sono infettate dopo la vaccinazione.
Nonostante il calo fisiologico di anticorpi IgG, solo lo 0,4% degli operatori ha contratto il virus
“I dati sulle infezioni sono estremamente confortanti - continua il ricercatore - soltanto 10 operatori sanitari, infatti, hanno contratto l’infezione e, soprattutto, 9 su 10 in maniera asintomatica o paucisintomatica e solo uno in maniera sintomatica. Tra l’altro in questo caso si trattava di uno dei soggetti fragili che non aveva inizialmente risposto alla vaccinazione”.
Anche in presenza di un numero relativo basso di IgG evidentemente, una volta a contatto con il virus, sembra che si attivi una risposta efficace e rapida grazie ai linfociti T, le cellule “sentinella” che permettono di produrre una protezione duratura contro il COVID grazie alla cosiddetta “memoria immunitaria”.
"Lo studio conferma che la migliore arma contro il virus è la vaccinazione"
“I risultati dello studio ci stimolano ad approfondire ancora di più la dinamica .della risposta immunitaria e ci confermano come la migliore arma contro la diffusione del virus sia la più ampia vaccinazione possibile”, conclude Scaglione.