Si torna a lavorare in presenza, ma a CityLife metà dei grattacieli resta vuota: che fine faranno?
Sono il simbolo della Milano frenetica e operosa, eppure questa pandemia è riuscita a piegare - o meglio, svuotare - anche loro: i grattacieli milanesi come verranno riempiti ora?
Con la fine dell'emergenza Covid il 31 marzo 2022 sono in tanti i lavoratori che tornano in presenza.. ma non tutti e non per tutto l'orario lavorativo. Quello causato dalla pandemia è infatti probabilmente un punto di non ritorno. Per molti ci sarà un ambiente lavorativo pre e uno post Covid e spesso quest'ultimo non porterà più a riempire i palazzoni di Milano (e delle big city italiane come Roma e Napoli) che rappresentano la sua frenesia e operosità.
Si torna in presenza, ma non tutti
Ad aprile è iniziato il graduale ritorno al lavoro in presenza post Covid, ma non tutti i lavoratori torneranno al tradizionale lavoro in ufficio: molti mantengono e continueranno a farlo, almeno in parte, la possibilità di lavorare da casa.
I contratti nazionali di alcuni settori nei mesi scorsi hanno già stabilito tetti massimi di giorni "in smart" al mese: 10 per le banche, ad esempio, che a Milano sono parte del cuore pulsante dell'economia cittadina.
Il commento della segretaria Lorusso
La segretaria generale della Fisac-Cgil di Milano Francesca Lorusso ha spiegato che il primo aprile ha segnato il pieno ritorno a un sistema misto di lavoro da casa e in presenza che ha portato ad alcuni problemi sui lavoratori fragili e sulle donne in maternità che nella maggior parte dei casi si sono risolti attraverso la contrattazione, con una deroga al rientro, mentre i sindacati continuano a vigilare sul rispetto delle misure anti-Covid.
Per quanto riguarda Milano diversi importanti colossi come Allianz e Generali hanno siglato un accordo con i sindacati che prevede 50% delle ore lavorative svolte in smart working, mentre la restante metà in presenza: ciò significa che i grattacieli di CityLife che durante la settimana hanno sempre ospitato migliaia di dipendenti impegnati in un andirivieni frenetico avranno ora molto spazi vuoti da riempire ed è lecito domandarsi ora: che fine faranno e come verranno impiegati? Per il momento una risposta certa pare non esserci.
Del settore assicurativo l'unico gigante che ha imposto un totale ritorno in presenza, con grande scontento dei dipendenti e degli stessi sindacati, che non sono riusciti a trovare un'alternativa, è Unipol.
La proroga per i lavoratori più fragili
Lorusso ha spiegato che probabilmente in futuro rimarrà un modello misto (smart e presenza alternati) tenendo presente che la pandemia non è finita e che è necessario non abbassare la guardia. In base a quanto dichiarato dai sindacati l’amministrazione comunale milanese ha accolto buona parte delle richieste di Fp-Cgil per le lavoratrici e i lavoratori che attualmente si trovano in condizioni di fragilità e in regime di smart working 5 su 5 continueranno a svolgere tali attività con le modalità attuali fino a quando non verrà calendarizzata la visita presso il medico.
Il ritorno in presenza è manna dal cielo per i ristoratori
Inutile dire che, nonostante tutti i pro dello smart working, per i ristoratori e gli esercenti di bar frequentati dai lavoratori, il ritorno in presenza è una vera manna dal cielo. I lunghi mesi di chiusura e il prolungarsi del lavoro agile con annessi uffici vuoti sono stati un duro colpo per bar e ristoranti i cui clienti abituali erano, appunto, tutti coloro che passavano la giornata impegnati negli uffici di CityLife.
Per il settore della ristorazione un altro sospiro di sollievo dipende dalla scelta di alcune multinazionali di optare per chiusura totale delle mense aziendali, sostituite dalla fornitura di buoni pasto da spendere all'ora di pranzo nei locali della zona.