Il sindaco Sala chiarisce la questione dello “sconto” e dei tempi in cui la delibera approderà in consiglio comunale dopo la riunione che si è tenuta l’altro ieri tra la vicesindaca Anna Scavuzzo e i consiglieri del Partito Democratico per discutere del costo di vendita ai club dello stadio San Siro.
Nuovo stadio, Sala: “Nessuno sconto ai club, delibera in Giunta nei tempi”
MILANO – Dopo il vertice tra la vice sindaca Anna Scavuzzo e il Pd, relativa alla trattativa per il nuovo stadio cittadino dove si è sottolineata l’importanza del rispetto dei vincoli approvati, come la capienza massima di 70mila posti, la tutela del verde e le bonifiche ambientali, e dove si è affrontato anche il tema delle compartecipazioni del Comune al progetto, il sindaco Giuseppe Sala ha chiarito che non ci sarà nessuno sconto ai club:
“Stiamo mettendo a punto l’accordo sullo stadio che non è ancora definito ma io spero di definirlo a brevissimo. Vorrei approfittare per dire che lo sconto, come viene chiamato, è pari a zero. Non c’è nessuno sconto ma c’è la compartecipazione alle spese che deriva o da quello che dice la legge sulle bonifiche, o da nostre richieste, come ad esempio sullo spostamento dello stadio. Ma lo sconto è zero”.
“Io spero che arriveremo a un accordo finale con i club nei prossimi giorni per poi portarlo in Giunta, alle commissioni e al Consiglio – ha proseguito Sala – È chiaro che ognuno fa la sua parte ma credo che un sindaco di fronte a un problema che ci siamo trovati, e che non avremmo voluto, non si debba girare dall’altra parte e prendere una posizione precisa”.
Delibera in giunta: la decisione spetta al Consiglio comunale
Sala ha sottolineato che “quando si vende un bene patrimoniale importante come lo stadio deve decidere il Consiglio comunale, io voglio essere a posto con la coscienza, avere fatto il mio lavoro e consegnare al Consiglio il dossier e poi deciderà. Io lo consegno consigliando l’approvazione ma da lì in poi non posso fare più nulla, sarà l’Aula che deciderà sé questa cessione ha senso o meno”. Quanto ai tempi, il sindaco ha confermato che la delibera arriverà in Giunta “se non la settimana prossima quella successiva” “Vogliamo rimanere nei tempi – ha detto – Su alcune cose stiamo ancora trattando” e “ci sono ancora margini di trattativa”.
Il sindaco non si dimetterà anche se delibera non passerà
Il sindaco Giuseppe Sala esclude sue dimissioni sulla questione stadio. A margine della commemorazione per il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, Sala a chi gli chiedeva se potrebbe dimettersi nel caso in cui la delibera per la cessione del Meazza e delle aree limitrofe non venisse approvata ha infatti risposto “assolutamente no”.
“Non di pancia – ha spiegato – ma in base alla razionalità. Io non mi arrendo facilmente di fronte alle difficoltà, ma di fatto penso che un sindaco si debba dimettere se c’è una decisione che mina il funzionamento della amministrazione”. Sala ha proseguito spiegando: “Ad esempio se non viene approvato il bilancio un sindaco va a casa, ma di fronte a una cosa del genere no. Poi ognuno si prenderà la propria responsabilità, io mi sto esprimendo in maniera decisa”.
“Se il Consiglio non dovesse approvare la vendita di San Siro sarà un problema che si prenderà il prossimo sindaco – ha concluso -. Non è che le squadre decideranno con facilità di fare finta di niente. Possiamo rimpiangere le proprietà alla Moratti e alla Berlusconi, io rimpiango Moratti e gli mando un abbraccio ma così è oggi, queste proprietà hanno più che la passione per il calcio lo considerano una occasione di business . Noi andremo avanti”.
Verri (Lega): “Dovrebbe farsi da parte subito”
“Il sindaco Sala oggi dice che, in caso di bocciatura della delibera sulla vendita di San Siro, non si dimetterà. E invece dovrebbe essere proprio il contrario: un sindaco responsabile, dopo dieci anni di governo in cui non si è cavato un ragno dal buco, dovrebbe farsi da parte subito. È assurdo che parli di “risolvere un problema che si è trovato davanti” quando questo problema è stato creato proprio dalla sinistra che governa la città”. Lo dichiara Alessandro Verri, capogruppo della Lega in Consiglio comunale.
Pronta petizione al Cio: “Vendita non rispetta dossier Olimpiadi”
Una lettera al Cio per denunciare che la trattativa tra club e Comune sulla vendita del Meazza e delle aree circostanti “non è in linea con il dossier di candidatura delle Olimpiadi” e “dire ‘no’ allo vendita e allo smantellamento del Meazza”. L’iniziativa, che ha visto circa 200 adesioni, è stata presentata stamane in una conferenza stampa a Palazzo Marino.
“A nostro avviso c’è incoerenza tra la lettera di candidatura e quello che si sta facendo”, ha detto Silvio La Corte, curatore di ‘La bolla olimpica’ e promotore della petizione con Duccio Facchini, direttore di Altreconomia, Lucia Tozzi, studiosa di politiche urbane e Luigi Casanova, presidente di MountainWilderness Italia.
Nella lettera che sarà inviata nel pomeriggio a Losanna, viene ricordato che per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 non erano previsti nuovi impianti e viene riportato il passaggio in cui si specificava che “la cerimonia d’apertura si terrà nel Giuseppe Meazza Stadium, struttura esistente, pubblica, rinnovata nel 2014, che successivamente ai Giochi manterrà la funzione di ‘stadio calcio'”.
“Occorre aggiungere – scrivono i promotori – che lo stesso è classificato dall’Uefa come Euro4, cioè al massimo degli standard richiesti dalla società di Nyon. Non si deve inoltre tacere, viceversa, che soltanto pochissimi mesi dopo l’assegnazione dei Giochi, l’amministrazione di Milano rinnegò tale indirizzo, andando ad una discussione ufficiale in merito alla vendita dello stadio”. “Come potremo partecipare alla cerimonia d’apertura in tali circostanze, se davvero questa intenzione dovesse concretizzarsi?”, aggiungono.
Monguzzi (Verdi): “Neanche Formigoni si sarebbe mai permesso”
“Un’assurdità. Sono in politica dai tempi di Formigoni e penso che non si sarebbe mai permesso”: così il consigliere dei Verdi, Carlo Monguzzi, commentando i numeri dell’operazione per la vendita di San Siro e aree limitrofe e le compartecipazioni previste dall’amministrazione, emersi dopo la riunione tra la vice sindaco Anna Scavuzzo e il Pd.
“E’ scandaloso che non abbiano neanche il coraggio di chiamarlo ‘regalo’ – ha detto partecipando alla conferenza stampa per la presentazione della petizione al Cio contro la vendita del Meazza -. Lo chiamano compensazione perché pensano che siamo tutti babbei”. Per Monguzzi nell’operazione tra amministrazione e club “alla svendita a 197 milioni si aggiunge lo sconto di 36 milioni quindi il tutto costerà meno del Pirellino”. “Spero che nessun consigliere di centrosinistra voti questa provocazione che è l’antitesi di quello che abbiamo promesso in campagna elettorale”, ha detto.
Verdi: “È svendita, Maggioranza s fermi e valuti interesse pubblico”
“Per mesi abbiamo chiesto che la vendita di San Siro non fosse usata come condizione per la tenuta della consiliatura. Bene che oggi il Sindaco abbia escluso questa ipotesi, ma non deve più accadere che i consiglieri di maggioranza vengano messi sotto pressione con forzature simili. Sulla vendita ribadiamo la nostra netta contrarietà.
La demolizione dello stadio avrebbe un impatto ambientale enorme, tale da vanificare anni di sforzi climatici del Comune. E il prezzo è una svendita: 160 milioni per alienare per sempre 280 mila mq e il Meazza è una cifra irrisoria, che su un bilancio da 4 miliardi non sposta nulla. Ci appelliamo quindi ai colleghi consiglieri di maggioranza: non si può avallare un’operazione che non porta alcun vantaggio reale al pubblico”. Lo affermano i consiglieri dei Verdi Tommaso Gorini e Francesca Cucchiara.