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Qual è la differenza tra street art e graffitismo vandalico? Quando l’arte diventa anche “street”

L’edizione 2023 di “Best Street Art Street art cities” riapre il tema della differenza tra street art e graffitismo vandalico.

Qual è la differenza tra street art e graffitismo vandalico? Quando l’arte diventa anche “street”
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Il tema della differenza tra street art e graffitismo vandalico è un tema all'ordine del giorno nelle nostre città: la prima è espressione di un messaggio. La seconda è trasgressione, e comporta anche notevoli costi per Comuni e privati, lo riportano i colleghi del Giornale dei Navigli.

Quando l’arte diventa anche “street”

MILANO - Chissà se nell’edizione 2024 anche qualche murales del milanese entrerà tra i migliori cento al mondo selezionati nell’ambito del concorso internazionale “Best Street Art Award”. Quest’anno, intanto sono sette e si trovano a Taranto, Uras, Palermo, Mantova, Cefalù, Adria e San Pietro.

Eppure Milano e l’hinterland hanno delle opere di grande qualità artistica. Ma non bisogna confondere la street art con il graffitismo. Nonostante sul tema non c’è un accordo unanime. E sui social è acceso il dibattito tra chi ritiene di essere un artista a tutto tondo e chi, invece, lo considera solo un vandalo.

I tag non sono arte

“Chi imbratta i muri delle nostre città con una tag (ovvero quella firma, a volte poco leggibile, replicata innumerevoli volte) – evidenzia Marco Amico, esperto di graffitismo e fondatore di un’azienda che se ne occupa quotidianamente, Doctor Wall - non ha ambizioni artistiche. Vuole vandalizzare, occupare uno spazio, trasgredire. E lo fa anche scrivendo sui murales di grandi artisti, a dimostrazione che il loro gesto non trasmette alcun rispetto. La street art invece opera con ambizioni diverse: ha un messaggio da comunicare e un linguaggio studiato per arricchire uno spazio, non per vandalizzarlo. Per noi la differenza è chiara da sempre: non basta una bomboletta per definirsi un artista, non basta avere una penna per diventare uno scrittore”.

I murales veicolano messaggi

Nel milanese sono numerosi i Comuni che si sono organizzati per dare spazio ad artisti organizzati. Chi percorre le strade di Buccinasco, di Corsico e di Cesano Boscone si accorge che i murales hanno dato colore a molti luoghi un tempo anonimi. Ma sono anche diventati dei forti strumenti comunicativi, ricordando persone uccise dalla mafia o che hanno dedicato la loro vita ad aiutare gli altri. Ma anche cantanti, musicisti e artisti. Oltre a soggetti più generalisti, a volte dedicati all’ambiente altre volte alle persone. Come quelli lungo il Naviglio Grande o sulle scuole di Cesano Boscone, dove l’ex assessore Aldo Guastafierro organizzava dei veri e propri contest internazionali.

Muri con murales, ma senza graffiti

“Però – conclude Marco Amico -  l’espressione artistica deve andare di pari passo con la tutela degli edifici storici e dei monumenti dai vandalismi”. Altrimenti si è fatto solo un pezzo del percorso di riqualificazione.

MT

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