Milano chiede l’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole: approvato l’ordine del giorno
Il Consiglio comunale sollecita Governo e Parlamento a colmare un vuoto educativo con una legge nazionale

Il Consiglio Comunale di Milano ha approvato nella seduta di ieri l'ordine del giorno proposto dalla consigliera dem Diana De Marchi, presidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili, e sottoscritto dalla maggioranza che impegna l’Amministrazione comunale a farsi portavoce presso il Governo e il Parlamento della richiesta di introdurre, nel sistema scolastico nazionale, un’educazione obbligatoria al rispetto, all’affettività e alla sessualità.
Milano chiede l’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole
MILANO - "L’iniziativa parte dalla constatazione che l’Italia è uno dei pochi Paesi dell’Unione Europea a non prevedere l’educazione sessuale come materia strutturata e obbligatoria. Un’assenza che comporta gravi lacune nella crescita emotiva e relazionale di bambini, bambine e adolescenti. - spiega De Marchi - Non può esserci vera educazione senza educazione all’affettività. Educare al rispetto reciproco, alla consapevolezza del proprio corpo e dei propri sentimenti è fondamentale per prevenire violenza, discriminazione e disagio. È un dovere civico, sociale ed educativo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia già da tempo raccomandato l’introduzione dell’educazione sessuale per contrastare fenomeni come gravidanze precoci, abusi, infezioni sessualmente trasmissibili e stereotipi di genere. Secondo un’indagine del Ministero della Salute (2019), oltre l’80% degli adolescenti italiani chiede che sia la scuola a garantire una formazione adeguata su questi temi".
Il testo
Nel testo approvato il Consiglio comunale esprime preoccupazione per l’assenza di una normativa nazionale e chiede al Parlamento e al Governo di approvare una legge che renda obbligatoria l’educazione sessuale e affettiva in tutte le scuole con adeguate risorse economiche indispensabili. Invita poi il sindaco e la Giunta a farsi promotori presso le sedi istituzionali competenti; impegna infine l’Amministrazione, anche in assenza di una legge nazionale, a continuare a promuovere iniziative educative al rispetto, alla cura delle relazioni e al contrasto a stereotipi e pregiudizi sul territorio in collaborazione con scuole, centri antiviolenza, operatori e operatrici sanitarie.