Una tratta storica e ora disastrosa

La storica linea Milano-Mortara nella lista delle peggiori d'Europa tra ritardi e raddoppi binari che non arrivano

Il punto critico dei mille disservizi è il mancato raddoppio dei binari ma anche i treni sovraffollati, i ritardi senza fine e come se non bastasse anche episodi di sabotaggio

La storica linea Milano-Mortara nella lista delle peggiori d'Europa tra ritardi e raddoppi binari che non arrivano
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La storica linea ferroviaria Milano-Mortara che da Milano serve il territorio della cintura sudovest passando per Milano Porta Genova e poi per le stazioni di Corsico, Cesano, Trezzano, Gaggiano, Vigevano, Abbiategrasso si piazza nella lista delle peggiori d'Europa tra disservizi, ritardi senza fine, raddoppi binari fantasma e persino sabotaggi.

Una tratta storica e ora disastrosa

MILANO - Un tempo tra le linee ferroviarie più prestigiose d’Europa, la Milano-Mortara fu inaugurata nel 1853 per volontà del Regno di Sardegna. Oggi, tuttavia, è diventata simbolo di disagi quotidiani per i pendolari. Con una cronica carenza di puntualità, le statistiche registrano ritardi e soppressioni che oscillano dal 25% a settembre fino al 20% anche a dicembre, nonostante le ferie e le scuole chiuse.

Le principali fermate lungo il percorso comprendono la stazione di Porta Genova a Milano, passando per Corsico, Cesano Boscone, Trezzano, Gaggiano e Abbiategrasso, il cui scalo si presenta piccolo e inadeguato.

I problemi del raddoppio dei binari: un miraggio lontano

Come racconta un reportage del Corriere della Sera, il vero punto critico è il mancato raddoppio del tratto Albairate-Abbiategrasso, considerato essenziale per migliorare la frequenza e la puntualità dei treni. Una promessa ormai rimandata dal 2019, che oggi non trova traccia né nel piano commerciale di RFI né nel contratto di programma del Ministero delle Infrastrutture.

Franco Aggio, presidente del comitato dei pendolari Mi.Mo.Al, ha espresso tutta la sua frustrazione per l’assenza di interventi nonostante le numerose segnalazioni: «Adesso il raddoppio è scomparso sia dal piano commerciale della rete di Rfi, sia dal contratto di programma tra ministero delle Infrastrutture e la medesima Rfi», ha detto al Corriere. "Rischiavamo di perdere persino i fondi del PNRR," ha ricordato, sottolineando l’ennesimo fallimento burocratico.

La rabbia dei pendolari e le condizioni di viaggio

I pendolari, spesso esasperati, hanno reagito con blocchi dei binari e proteste nel corso degli anni, sebbene a volte tali azioni abbiano creato seri problemi. Nelle stazioni lungo il percorso le scene mattutine raccontano di treni sovraffollati, passeggeri costretti a viaggiare in piedi con vetri appannati dal fiato e maledizioni contro il servizio inefficiente.

Tra i viaggiatori sentiti dal Corriere una donna diretta all'ospedale Galeazzi per assistere il marito ricoveratoma per fortuna non fretta, una studentessa del Politecnico che spera di arrivare in tempo per la lezione delle 10, un bancario che preferisce il treno sebbene faccia schifo ma la macchina è anche peggio e un creativo diretto ai Navigli, che per fortuna ha un capo pendolare comprensivo.

La gestione Trenord e le accuse di inefficienza

Trenord, che gestisce la maggior parte dei convogli, sottolinea i limiti strutturali della rete ferroviaria statale. Nonostante una flotta modernizzata e 755mila corse effettuate, il servizio rimane inadeguato e con mille disservizi.

Il comitato dei pendolari ha più volte denunciato carenze intrinseche alla gestione di Trenord. Franco Aggio stesso è stato accusato dall’ufficio legale dell’azienda di diffondere informazioni diffamatorie. "Non parliamo per il gusto di contraddire," ha ribattuto, "i dossier e le relazioni ci danno ragione."

Sabotaggi e disagi senza fine

A complicare ulteriormente la situazione, non mancano episodi di sabotaggio. Di recente, ignoti hanno forzato la serratura di un treno parcheggiato per il servizio dell’indomani, rubando una chiave necessaria all’accensione. Risultato? Nessun treno, nessun viaggio, solo ulteriori disagi per i pendolari già esasperati.

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