In attesa della ciclabile arrivano diverse proposte "salva bici"
Tra le soluzioni autovelox, segnaletica informativa e rallentatori ottici
In attesa della realizzazione della ciclabile, il Comune di Milano sta preparando diverse soluzioni alternative per garantire sicurezza ai cittadini che scelgono di muoversi per la città in bici.
Proposte "salva bici"
MILANO - Autovelox mobili con pattuglie della polizia locale e una massiccia segnaletica sia a terra che verticale per evidenziare il limite di velocità di 50 chilometri orari sono tra le misure previste dall'amministrazione comunale per migliorare nel breve periodo la sicurezza sul Ponte della Ghisolfa in attesa della realizzazione della ciclabile vera e propria.
In campo, ma in uno step successivo, anche l'ipotesi di chiudere la svolta a destra e vietare il traffico veicolare nel raccordo verso via Delfico, punto particolarmente critico del cavalcavia per il sovrapporsi delle manovre dei diversi mezzi, compreso il filobus, che devono proseguire dritto o svoltare.
Necessario garantire sicurezza ai cittadini
L'idea è di rendere la parte di tracciato ciclopedonale. Su questa ipotesi dovrà esprimersi il Municipio 8, competente per la zona. Gli interventi sono stati illustrati dal responsabile ciclabilità della Direzione Mobilità del Comune, Nicola Nicoliello in una riunione congiunta della sottocommissione Mobilità Attiva e della commissione Sicurezza del Consiglio comunale.
Marco Mazzei (Lista Sala), presidente della sottocommissione Mobilità Attiva ha ricordato i contorni della questione:
"Nell'ultimo bilancio partecipativo un progetto dei cittadini aveva vinto per la realizzazione di una pista ciclabile sul Ponte della Ghisolfa ma dalle verifiche tecniche è emerso che i fondi non sarebbero stati sufficienti. E' necessario spostare anche i pali del filobus. Oggi siamo nella fase in cui progetto è in corso" nel frattempo "abbiamo deciso di dare riscontro ai cittadini con misure provvisorie" perché "è necessario garantire sicurezza".
Gli interventi illustrati ieri mattina, come ha spiegato Nicoliello sono "in attesa della ciclabile ma potranno poi restare" anche quando questa sarà realizzata. La spesa previsa è tra i 5 e i 10 mila euro. Critici i consiglieri di centrodestra che hanno parlato di misure che "non creano alcun beneficio" né in termini di sicurezza né in termini di viabilità".
Altre misure
Oltre alla segnaletica verticale e orizzontale, verranno disegnati anche rallentatori ottici per la velocità. Sarà migliorato inoltre lo spartitraffico e verrà tracciata anche la banchina di un metro sul lato destro delle corsie, come previsto dalle normative. L'intervento riguarderà tutto il cavalcavia, con segnaletica ripetuta.
I lavori saranno fatti di notte per non incidere sulla viabilità e saranno effettuati quando le temperature saranno idonee per la vernice e per il fissaggio delle bande magnetiche.
Da parte del Comune è stato inoltre chiesto al Mit di poter installare cartelli di tipo informativo, non previsti dal Codice della strada, per segnalare la presenza dei ciclisti e consigliare la distanza di sicurezza da tenere tra le auto e le biciclette.
E gli autovelox?
Quanto agli autovelox, ha spiegato Nicoliello
"sono state una delle prime richieste di cittadini e comitati" ma "non è possibile installarne sul cavalcavia perché non è nelle vie previste dalla Prefettura per il sanzionamento automatico. Quello che è possibile fare sarebbe installare i cartelli per il controllo elettronico della velocità e poi in collaborazione con la Direzione Sicurezza prevedere con le pattuglie della polizia locale servizi di rilevazione".
L'intervento ha fatto sapere poi Mazzei, trova già d'accordo l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli.
"Ho parlato con l'assessore Granelli" e "mi ha confermato che questo tipo di intervento si può fare e che quindi appena saranno conclusi questi piccoli lavori" di posa di segnaletica e cartelli "la polizia locale metterà nel calendario delle rotazioni" del servizio "anche il Ponte della Ghisolfa".
L'intervento per la chiusura al traffico della svolta in via Delfico infine, secondo le analisi fatte dai tecnici dell'amministrazione, non comporterebbe grossi problemi di viabilità: "nell'ora di punta transitano circa 90 veicoli" e "ci sono già le alternative. Non usando il cavalcavia ma le vie Mac Mahon e Govone si arriva allo stesso punto con circa 350 metri in più di tragitto".
Scettico il centrodestra
Le soluzioni presentate non convincono però il centrodestra.
"Diventa sempre più difficile per un automobilista muoversi a Milano - ha detto in commissione il capogruppo di Forza Italia,Alessandro De Chirico -. gli interventi presentati oggi potrebbero dover essere rivisti a distanza di poco anche in considerazione dello sviluppo di tutta l'area dello Scalo Farini, lo trovo uno spreco".
Per il consigliere leghista Samuele Piscina
"non c'è nessuna modifica per mettere in sicurezza i ciclisti, ma solo avvisi". Inoltre, ha detto "le scritte per terra sono molto scivolose e mettono in difficoltà ciclisti e motociclisti. Sono abbastanza sicuro che se dovessimo fare un rilievo sulla scivolosità di quelle scritte, risulterebbero non a norma. State rendendo ancora più pericoloso il transito in quella zona".
Anche la chiusura della svolta in via Delfico secondo Piscina sarebbe "una follia totale" in termini di smog e traffico.
"Partendo dal presupposto che sono convinto che su quel tratto debba essere fatto un percorso per aumentare la sicurezza, non penso sia il metodo giusto, fate piuttosto subito la ciclabile. Le cose fatte così solo per fare vedere che si fa qualcosa creano solo danni".
D'accordo Gruppo Misto e Pd
Al contrario, per Enrico Fedrighini (Gruppo Misto)
"gli interventi vanno fatti al più presto" e anzi sulla strada "andrebbero potenziate anche le protezioni fisiche" per i ciclisti perché "non esistono temi di spesa quando si parla di mettere in sicurezza i cittadini".
La consigliera Pd Simonetta D'Amico infine ha parlato di
"una cultura dell'intolleranza del veicolo bicicletta" da parte del centrodestra. "Le grandi e medie città europee hanno fatto interventi che noi non possiamo non fare altrimenti siamo un Paese arretrato".