L'APPELLO

Il “Murale dei diritti” è anche un “no” al vandalismo

Marco Amico, fondatore di Doctor Wall: "i graffiti vanno rimossi, costantemente. Alla provocazione si deve rispondere con determinazione"

Il “Murale dei diritti” è anche un “no” al vandalismo
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Una vera e propria opera monumentale, in grado di scuotere le coscienze e attirare l’attenzione, è stata realizzata dal collettivo artistico Orticanoodles e OrMe (Ortica Memoria) per rendere omaggio a “200 persone straordinarie che hanno avuto il coraggio di sfidare le convenzioni sociali e che hanno fatto la storia dei diritti umani e civili”. Evidente il contrasto, nella stessa via del quartiere Ortica, tra l’intervento di street art e, sui muri opposti, di graffiti senza senso.

Il “Murale dei diritti” è anche un “no” al vandalismo

MILANO – La street art al quartiere dell’Ortica di Milano è forse un unicum. Fin dal 2015, infatti, il progetto OrMe (Ortica Memoria) si propone di raccontare la storia del quartiere, ma anche il suo senso di civiltà e di comunità, attraverso i murales. Un antico borgo agricolo vicino al fiume Lambro, stravolto e isolato dalla costruzione della ferrovia nella seconda metà dell’Ottocento, ha deciso, negli ultimi anni, di valorizzare la sua identità, con un progetto che ha trasformato l’Ortica in una vero e proprio museo a cielo aperto.

Così i versi poetici di Nanni Svampa e di Enzo Jannacci e i frame del film “Miracolo a Milano” di Vittorio De Sica rivivono nella street-art, una forma

«con una qualità estetica evidente e un messaggio forte – commenta l’art advisor Caterina Verardiche ha l’intento di colpire chi attraversa le vie del quartiere. Opere in grado di scuotere per un istante il flusso della nostra quotidianità».

I graffiti che disturbano l'opera

L’inaugurazione del “Murale dei diritti” con i volti di “200 persone straordinarie che hanno avuto il coraggio di sfidare le convenzioni sociali e che hanno fatto la storia dei diritti umani e civili” è una nuova opera del “museo” dell’Ortica.

Non mancano però nel quartiere decine e decine di graffiti, che «non hanno alcun valore artistico, ma sono atti di puro vandalismo» prosegue Verardi. Ed è un contrasto evidente anche con la nuova opera: da una parte il “Murale dei diritti” e di fronte la negazione degli stessi diritti. Da una parte tante persone che hanno dedicato la propria esistenza per gli altri, per affermare il valore del rispetto, della dignità umana, della libertà cosciente. Dall’altra il menefreghismo, la provocazione, l’insulto, la prepotenza.

«I graffiti presenti a Milano – spiega Marco Amico, fondatore di Doctor Wall, società che mantiene puliti oltre 500 palazzi nel capoluogo lombardo – sono per il 99% dei gesti di vandalismo che deturpano palazzi e monumenti e, in alcuni casi, anche le stesse opere di street art. Per affrontare e risolvere il problema occorre andare alla radice: i graffiti vanno rimossi, costantemente. Alla provocazione si deve rispondere con determinazione. Altrimenti Milano continuerà ad essere una palestra per i writer di tutta Europa, sicuri che il loro gesto rimarrà impunito e il loro graffito rimarrà per tanto tempo, nella rassegnazione di cittadini, amministratori condominiali e istituzioni».

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Doctor Wall

Doctor Wall è una società costituita nel 2015 che si impegna a rimuovere definitivamente il problema dei graffiti a Milano. Fin dalla sua fondazione ha scelto un approccio etico al problema graffiti, mettendosi a disposizione della collettività milanese. Doctor Wall si propone, nell’ambito degli obiettivi di sostenibilità indicati dall’Agenda ONU 2030, di lasciare un impatto positivo sulla società. L’obiettivo è quello di neutralizzare l’effetto delle azioni degli oltre 1300 writer milanesi.

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