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Il corteo transfemminista dell'8 marzo a Milano: slogan contro guerra e violenza

Organizzato dalla Confederazione Unitaria di Base del movimento ‘Non una di meno’ per la Giornata internazionale della donna. Imbrattata una filiale di Unicredit.

Il corteo transfemminista dell'8 marzo a Milano: slogan contro guerra e violenza
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Partiti da largo Cairoli, i manifestanti hanno urlato slogan contro la guerra in Ucraina, lo stop ai fabbricanti di armi, oltre a cori contro la violenza sulle donne e i tagli all'istruzione. (foto e video: MiaNews).

Il corteo dell'8 marzo a Milano

MILANO - “Make school, not war”. È questo lo slogan urlato, anche in russo, dai partecipanti al corteo transfemminista contro la guerra organizzato dalla Confederazione Unitaria di Base del movimento ‘Non una di meno’ per la Giornata internazionale della donna.

La partenza da largo Cairoli

Partiti da largo Cairoli, i manifestanti, tra cui gli studenti del Coordinamento dei collettivi studenteschi, hanno gridato contro la guerra in Ucraina, chiedendo il disarmo di tutti gli eserciti, lo stop ai fabbricanti di armi, ma non sono mancati gli slogan contro la violenza sulle donne e i tagli all'istruzione.

Imbrattata una filiale Unicredit

Durante il corteo per la giornata internazionale della donna, un gruppo di attivisti ha imbrattato e appeso dei volantini con la scritta ‘lo stupro è un’arma di guerra’ sulla vetrata della filiale Unicredit in via Giosuè Carducci. I manifestanti hanno scandito slogan contro la banca, accusata di finanziare l’industria bellica e di versare denari alla Russia per l’acquisto di gas.

Il corteo si è concluso in centro

Si è poi conclusa la manifestazione 'transfemminista' e contro la guerra organizzata dalla Confederazione Unitaria di Base del movimento ‘Non una di meno’ per la Giornata internazionale della donna. Dopo aver attraversato il centro, partendo da Largo Cairoli, i manifestanti sono arrivati ai giardini della Guastalla dove hanno intonato gli ultimi slogan.

In precedenza il corteo era passato in piazza Duomo e si era in seguito fermato all’inizio di via Pantano dove ha la sede Assolombarda. Qui gli studenti avevano scandito slogan contro Confindustria accusandola sia "di fare profitti" con la guerra in Ucraina che di essere "responsabile" della morte di Giuseppe e Lorenzo, i due studenti vittime di incidenti nelle scorse settimane durante l’alternanza scuola-lavoro.

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