Giornata della Memoria, posate le pietre d'inciampo in ricordo della famiglia Levi
Alla cerimonia ha partecipato Paola Vita Finzi, novantaduenne amica di famiglia dei Levi
Le leggi razziali, la guerra, la fuga da Milano prima Lodi e poi a Como dove vennero arrestati nel 1943 e rinchiusi nel campo di concentramento di Fossoli, in provincia di Modena, da dove furono deportati ad Auschwitz nel 1944 senza farvi ritorno. E' la storia dei Levi, oggi onorata in via Donatello 26 dove abitavano, con la posa di quattro Pietre d'Inciampo, una per ogni membro della famiglia.
Pietre d'inciampo in ricordo della famiglia Levi
MILANO - Il padre Aldo, ingegnere capo dei servizi elettrici comunali licenziato dopo la promulgazione delle legge razziali, la moglie Elena Viterbo e i due figli Italo, di tredici anni, e la piccola Emilia Amalia, di cinque anni, la bambina di cui ha scritto Primo Levi, nel primo capitolo di 'Se questo è un uomo' nell'edizione del 1958. Alla cerimonia ha partecipato Paola Vita Finzi, novantaduenne amica di famiglia dei Levi.
"Sono molto commossa. Non so se riesco a parlare. Ricordare questi miei amici è una cosa molto importante. È stata una famiglia normale, a differenza della mia non è riuscita a sopravvivere ai nazisti", ha spiegato, stringendo tra le mani una foto scattata in piazza Piola nel 1936 con lei di 4 anni, Italo poco più grande e la mamma di Italo.
Presente anche la scuola di Italo Levi
Presenti anche i bambini della quinta B della scuola Leonardo Da Vinci, la stessa che è stata frequentata da Italo Levi prima della promulgazione delle leggi razziali. Oltre a Vita Finzi e agli alunni della scuola erano presenti la presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi, la presidente del Comitato Pietre d'Inciampo Alessandra Minerbi, la presidente del Municipio 3 Caterina Antola, il presidente provinciale di Anpi Milano Primo Minelli, il presidente del Memoriale della Shoah di Milano Roberto Jarach e la presidente del Comitato Pietre d'Inciampo di Copenaghen Henriette Harris. Oggi, assieme alle Pietre d'Inciampo per la famiglia Levi, ne sono state posate altre 10 che ricordano deportati per le legge razziali e antifascisti, altre 13 saranno collocate a marzo e in tutto le pietre in città saranno 224.
Emilia
"Per la nostra famiglia, aver perso i Levi dopo la guerra è stato un grande dolore: eravamo molti amici, i nostri padri erano entrambi ingegneri e si conoscevano. Le madri, tutte e due torinesi, sono venute a Milano quando si sono sposate. I Levi hanno avuto un bambino, Italo, che aveva la stessa età di mia sorella, erano amici. Abitavano vicini, eravamo amici d'infanzia", ha spiegato Vita Finzi.
Sulla piccola Emilia ha ricordato che è stata citata da Primo Levi in 'Se questo è un uomo':
"Milioni di persone hanno letto quel libro e hanno saputo di Emilia. Ma recentemente c'è una persona che è qui presente, così colpita dalla storia di Emilia, che ha scritto un libro e uesto libro vorrei che venisse tenuto presente, sta girando nelle scuole e i bambini si affezionano. Domani a Bologna sarà inaugurata una mostra dei lavori fatti dai bambini".
La foto del 1936
Vita Finzi, mostrando la foto del 1936 che la ritrae con Italo e sua madre, ha aggiunto che
"è l'unica foto che ho dei Levi e probabilmente ce l'ho perché la bambina sono io. Mi piace ricordarli vivi così: per noi è stato un grande dolore sapere che sono finiti ad Auschwitz. L'ultima notte a Milano l'hanno passata in quella casa là, presso degli amici e poi sono partiti per Como dove dovevano passare in Svizzera e li hanno presi, poi non sono più tornati. Una famiglia normale ma per noi degli amici grandissimi e oggi mi fa piacere che vengano ricordati con le Pietre d'inciampo, la cosa mi commuove", ha concluso.