Fedez paladino del mondo LGBT, dopo gli applausi arrivano le critiche: "Coraggio o marketing"?
C'è chi si chiede perchè, sul palco del 1 maggio, non abbia parlato dei lavoratori di Amazon, suo datore di lavoro.
Sono ormai due giorni che sui social è scattata la polemica, il sostegno, lo sdegno e la critica per quanto successo sul palco del concerto del 1 maggio. Se ve lo foste perso ecco il testo integrale del discorso di Fedez, rapper milanese che assieme alla moglie Chiara Ferragni trova sempre il modo di dividere il mondo social tra chi li adora e chi li denigra, e che in questo caso ha urlato la tentata censura della Rai per i temi del discorso proposto per il concertone. Ma il suo discorso, seppur apprezzato dai più, non ha convinto tutti: perché sul palco dedicato ai lavoratori non ha parlato di quelli sfruttati da Amazon, suo datore di lavoro?
Il testo integrale del discorso di Fedez
“Mi hanno chiesto di raccontare la mia prima volta al concerto del Primo Maggio. Oggi effettivamente è stata la mia prima volta. Per la prima volta mi è successo di inviare un testo di un mio intervento perché doveva essere messo al vaglio per l’approvazione da parte della politica
In prima battuta l’approvazione non c’è stata – spiega il rapper dal palco – O meglio, dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere dei nomi, dei partiti e di edulcorarne il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino, un po’ tanto, ma alla fine mi è stato dato il permesso di esprimermi liberamente. Grazie. Mi assumo tutte le responsabilità di ciò che dico e faccio, sappiate però che il contenuto di questo intervento è stato definito dalla vice direttrice di Rai3 come ‘inopportuno’.
Buon 1 maggio, buona festa a tutti i lavoratori anche a chi un lavoro ce l’ha ma non ha potuto esercitarlo per oltre un anno. E quale migliore occasione per celebrare questa festa dei non lavoratori se non un palco. Per i lavoratori dello spettacolo questa non è più una festa. Caro Mario, io capisco perfettamente che il calcio è il vero fondamento di questo Paese, però non dimentichiamo che il numero dei lavoratori del calcio e il numero dei lavoratori dello spettacolo si equivalgono.
Quindi non dico di spendere qualche soldo, ma almeno qualche parola, un progetto di riforma in difesa di un settore che è stato decimato da quest’emergenza e che è regolato da normative stabilite negli anni 40 e mai modificate sino ad oggi. Quindi Caro Mario, come si è esposto nel merito della SuperLega con grande tempestività , sarebbe altrettanto gradito il suo intervento sul mondo della cultura italiana.
A proposito di Superlega, due parole sull’uomo del momento, il sonnecchiante Ostellari. Ecco Ostellari, ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare quindi massima espressione del popolo, che è già stato approvato alla Camera, come il ddl Zan può essere tranquillamente bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo. Cioè se stesso.
Ma d’altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua lotta all’uguaglianza, vorrei decantarvi un po’ dei loro aforismi. ‘Se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno’, Giovanni De Paoli consigliere regionale lega Liguria. ‘I gay? Che inizino a comportarsi come tutte le persone normali’, Alessandro Rinaldi consigliere per la Lega Reggio Emilia. ‘Gay vittime di aberrazioni della natura’, Luca Lepore e Massimiliano Bastoni consiglieri comunali leghisti. ‘I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie’, Alberto Zelger consigliere comunale della Lega Nord a Verona. ‘Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza’, Stella Khorosheva candidata leghista. ‘Fanno iniezioni ai bambini per farli diventare gay’, candidata della Lega Giuliana Livigni.
Qualcuno come Ostellari ha detto che ci sono altre priorità in questo momento di pandemia rispetto al ddl Zan, e allora vediamole queste priorità: Il Senato non ha avuto tempo per il ddl Zan perché doveva discutere l’etichettatura del vino, la riorganizzazione del Coni, l’indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano e per non farsi mancare niente il reintegro del vitalizio di Formigoni.
Quindi secondo Ostellari probabilmente il diritto al vitalizio di Formigoni è più importante della tutela dei diritti di tutti, e di persone che vengono quotidianamente discriminate fino alla violenza. Ma a proposito di diritto alla vita, il presidente dell’associazione Pro-vita, l’ultracattolico e antiabortista Jacopo Coghe amicone del leghista Pillon in questi mesi è stato la prima voce a sollevarsi contro il ddl Zan.
L’antiabortista non si è accorto però che il Vaticano ha investito più di 20 milioni di euro in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo. Quindi cari antiabortisti, caro Pillon purtroppo avete perso troppo tempo a cercare il nemico fuori, e non vi siete accorti che il nemico ce l’avevate in casa. Che brutta storia”.
Qui è possibile guardare il suo intervento:
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Fedez urla alla censura e denuncia i leghisti
Nel suo discorso Fedez ha voluto rendere noto a tutti il tentativo di censura della Rai per non fargli fare nomi e cognomi dei leghisti interessati nel monologo da proporre al concertone, tentativo negato dalla produzione ma ripreso in una telefonata che vede il rapper discutere animatamente al telefono con i vertici Rai, diffusa e condivisa sui social.
Sono ormai mesi che Fedez (e i Feragnez in generale) affronta il tema, attualissimo e centrale per l'opinione pubblica, del DDL Zan, dei diritti della comunità LGBT, dell'importanza di parlare di tutto questo perché troppo spesso silenzio e ostruzionismo l'hanno vinta. E che i Ferragnez trattino di questi temi alle volte inascoltati dalla politica, che piaccia o meno, porta milioni e milioni di italiani (e non solo) a doverci pensare, a rifletterci, a doverli vedere anche solo di sfuggita in una storia su Instagram.
Dopo il discorso Fedez ha ricevuto apprezzamenti da (quasi) tutti: oltre che dai suoi fans, ovviamente, in molti hanno condiviso il suo discorso, politi, giornalisti, opinionisti, scrittori, cittadini di ogni età. Coraggio, stima, forza: tante le parole di sostegno rivolte al rapper per aver portare un tema così importante su un palco altrettanto importante.
Ma, come in ogni storia, c'è anche chi vede diversamente la situazione.
Le critiche a Fedez: coraggio o profitto
Tra i tanti complimenti, apprezzamenti, dichiarazioni di stima e condivisioni, spicca qualche "bastian contrario" che nella battaglia di Fedez ci vede una sfumatura di opportunismo con ben poco coraggio.
Per fare un esempio la giornalista milanese Selvaggia Luccarelli, in un lungo post su Facebook, scrive:
Fedez improvvisamente paladino del mondo Lgbt. Bene. Fedez però è anche quello che quando il primo cantante italiano famoso anche fuori dai confini nazionali ha fatto coraggiosamente coming out e nel 2010 - mica ora, con la strada più che spianata- nella canzone “Tutto il contrario” gli dedicò la strofa“ “Mi interessa che Tiziano Ferro abbia fatto outing, ora so che ha mangiato più wurstel che crauti. Si era presentato in modo strano con Cristicchi: ciao sono Cristiano non è che me lo ficchi?”. Ora, era ironico? Va bene. Voleva dire il contrario? Va bene. Quella strofa però era violenta, qualunque lettura le si voglia dare. La canzone è ancora lì, mai ritirata. [...]
Fedez coraggioso? C’è una differenza tra l’essere nel giusto ed essere coraggiosi. Questo secondo me è il passaggio più importante. Il coraggio si misura con un’ unica unità di misura: quanto e cosa si rischia di perdere, compiendo una determinata azione. Fedez ha sposato una causa giusta in una fase di consenso per il ddl Zan enorme, e per fortuna. Non lavora in Rai, non ha bisogno dei pochi soldi della Rai perché ne guadagna moltissimi altrove. “Beh, intanto lui ha denunciato le pressioni e gli altri no!”, dicono in molti. Beh, signori miei, non tutti si possono permettere di rinunciare al loro stipendio in Rai o altrove, per questioni di principio. E lo dice una per cui i principi sono importanti. C’è chi deve mangiare, Fedez continuerà a mangiare. Sapete cosa sarebbe stato davvero coraggioso, da parte di Fedez?
Fedez è testimonial Amazon. Guadagna svariati milioni di euro con Amazon. Questo sì che rappresenta quel “qualcosa da perdere”. Ieri era la festa dei lavoratori, questo era il tema e su quel palco si doveva parlare soprattutto di lavoro e lavoratori.
Lui quel tema l’ha sfiorato con quel “caro Mario” un po’ frettoloso, e poi è passato ad altro. Poteva rivolgersi al suo principale datore di lavoro, Amazon, e usare quel palco per chiedere di tutelare i diritti dei suoi lavoratori che fanno pipì nelle bottiglie e i cui sindacati sono costantemente ostacolati. In questo Fedez poteva essere coraggioso. Dimostrare di avere il coraggio di perdere qualcosa. Sposare - anche- una causa molto meno popolare, molto meno nota, molto meno raccontata. Di Amazon dentro e fuori il Parlamento, non frega niente a nessuno. A parte ai sindacati, al Landini che parlava di questo l’altra sera a Piazza Pulita. Che si sporcano le mani, ma non con una scritta da fotografare su Instagram.
Potrebbe essere solo marketing?
Altre forti critiche arrivano dalla giornalista Giuliana Sias, che scrive:
"Fedez è diventato solo molto di recente un’avanguardia della battaglia trentennale contro l’omotransfobia. All’improvviso. O più precisamente quando nel resto del Paese la richiesta di approvazione di una legge che tuteli milioni di persone vittime di discriminazione sulla base del loro orientamento sessuale era già ampiamente condivisa. Senz’altro molto più di quanto lo fosse in Parlamento, dove comunque può contare su una maggioranza più solida di quanto sia mai avvenuto in passato.
Ad averlo fulminato sulla via del DDL Zan sembra in qualche modo essere stato uno smalto: quello che da circa un anno utilizza e che da qualche settimana produce, rivolgendosi - mi pare per la prima volta in Italia - anche ad una clientela di sesso maschile, «contro tutti gli stereotipi». [...] Sarei insomma molto più cauta nel giudicare le attività di Fedez al di fuori di contesti puramente commerciali. Non si può fare a meno di mettere sul piatto della nostra bilancia il fatto che qualsiasi cosa dica, uno che di mestiere fa l’influencer, sta guadagnando denari. Perciò non venitemi a dire in sua difesa che si è esibito gratis il Primo Maggio, perchè se è per questo si esibisce gratis ogni santo giorno su tutti i suoi account social ma questo rimane comunque il suo lavoro principale, nel senso che è la sua principale fonte di reddito. [...]. Questa cosa si chiama marketing, è promozione commerciale, non ha spostato un solo voto in Parlamento per l’approvazione della Legge Zan ma qualche punto di share. "
Sul palco dei lavoratori ti scordi di parlare di Amazon?
Sias conclude la sua riflessione tornando sul tema dei lavoratori e commentando:
"Detto questo, è coerente portare su uno dei palchi più impegnati del Paese il tema dei diritti civili, ma se sul palco dei Lavoratori ti scordi di parlare di quelli che lavorano in condizioni inumane per lo stesso tizio per il quale lavori anche tu, un signore che di censure se ne intende più di qualsiasi altro, che non solo tappa le bocche dei suoi dipendenti sottoponendoli a continui ricatti ma non gli permette nemmeno di andare in bagno tra una consegna e l'altra, beh ai miei occhi non sei credibile."
Chiara Ferragni: “Sono orgogliosa del suo coraggio”
“Bella storia sei tu amore mio. E che palle che hai nel dire sempre quello che pensi nonostante tutto e tutti. Comunque ragazzi non potrei essere più fiera di cosi e di quello che ha fatto Fede questa sera. Veramente ha coraggio di andare contro tutti per dire quello che pensa, non è una cosa da poco. Sono super fiera. Volevo ringraziare anche tutti voi. Vi sento molto uniti ed è bellissimo leggere quanti di voi sono stati toccati da quel bel discorso. Questo è il potere della condivisione”.
La replica di Salvini
Non è mancata la piccata replica di Salvini su Twitter: “Il concertone costato 500 mila euro agli italiani a tutti gli italiani, quindi i comizi “de sinistra” sarebbero fuori luogo”.
Giordana Liliana Monti