il covid rialza la testa?

Casi Covid, la Lombardia con Milano nel cluster delle province in crescita accelerata

Mentre i medici chiedono il ritorno al "vecchio" bollettino giornaliero, gli ospedali corrono ai ripari. Tutto sul nuovo vaccino disponibile da ottobre

Casi Covid, la Lombardia con Milano nel cluster delle province in crescita accelerata
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Salgono i casi Covid in Italia: al 13 settembre sono 30.777, rispetto ai 21.316 della scorsa settimana. L'aumento è del 44%, secondo i dati del bollettino settimanale.

Covid, la Lombardia tra le province in crescita accelerata

MILANO - I casi Covid sono tornati ad aumentare rispetto ai valori della prima settimana di luglio  anche se meno aggressivi grazie al vaccino che ha abilitato il sistema immunitario.

Sorvegliata speciale del momento è la variante Pirola con i suoi sintomi simili a un’influenza importante mentre in autunno sarà in arrivo un nuovo vaccino.

Tra le province in crescita accelerata  si distinguono due province singole e tre cluster di province contigue: la Lombardia con le province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza e della Brianza, Pavia si trova in uno dei tre cluster, uno è in Friuli, un altro in Campania, un altro ancora - il più esteso - coinvolge una serie di province a cavallo fra Piemonte e Lombardia.

Le richieste dei medici: monitoraggi  e copertura vaccinale

Il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, in audizione alla Camera nelle scorse ore, ha avanzato richieste chiare:

"Monitorare con attenzione l’andamento epidemiologico del Covid, per calibrare le eventuali misure di contrasto. Chiarire alcuni aspetti non definiti dall’attuale normativa: quelli inerenti, ad esempio, alla certificazione medica per l’assenza dal lavoro o alle modalità di isolamento dei positivi in ospedale e nelle RSA. Attuare una campagna vaccinale mirata; facilitare l’adesione attiva e consapevole sia alla vaccinazione che alle regole igieniche utili per arginare la diffusione dei contagi, tramite una comunicazione che aumenti l’empowerment dei cittadini.  Soprattutto, investire nel Servizio sanitario nazionale: non solo come volano economico e occupazionale, ma perché avere un SSN in buona salute è condizione necessaria per allentare le restrizioni, anche in caso di recrudescenze, e per far fronte a eventuali nuove emergenze."

Sotto i riflettori, il DL 105/2023, che ha, tra le altre cose, abolito gli obblighi di isolamento dei positivi al Covid e di autosorveglianza dei contatti, e che deve ora essere convertito in legge.

“L’attuale quadro epidemiologico – ha spiegato Anelli - unito alla disponibilità di vaccini e di farmaci, non rende al momento necessario l’obbligo dell’isolamento. Concordiamo con il Ministro della Salute, Prof. Orazio Schillaci, sul fatto che questa sia nella sostanza una norma di buon senso che ha fatto venire meno le ultime restrizioni legate a un’emergenza sanitaria oramai superata. Ciò non toglie che, come del resto previsto dal provvedimento, sia dovere del Ministero della Salute intervenire laddove i dati sulla morbilità e mortalità dovessero essere tali da prevedere il ripristino dell’obbligo dell’isolamento e rendessero necessario un tracciamento dei positivi e della malattia."

Insomma, vanno bene le maglie allentate finché la situazione è sotto controllo... ma in caso di emergenza si deve essere pronti anche a prendere decisioni impopolari, sembra suggerire Anelli. Il Covid, infatti, ha rimarcato, “non è un’influenza”, avendo letalità e variabilità superiore e potendo avere, in alcuni soggetti, esiti disabilitanti a lungo termine.

Consigliata la vaccinazione ad anziani e fragili

E gli ospedali corrono ai ripari

Restando in tema di rafforzamento del SSN, gli ospedali della Penisola, consapevoli dell'aumento dei contagi, si stanno attrezzando per non farsi trovare impreparati. Fra percorsi "puliti" a tutela degli altri pazienti, alle vere e proprie aree riservate. Regione Piemonte ha già messo in moto la cabina di regia tecnico-politica sul Covid, tornata a riunirsi per la prima volta mercoledì 13 settembre 2023, dopo la pausa estiva. Dall’incontro è scaturita una circolare, inviata ad Asl e ospedali, con varie indicazioni.

Reparti Covid

Negli ultimi giorni anche la Lombardia si è mossa con una circolare dell'assessorato regionale al Welfare. Non c'è allarmismo, bensì la volontà di farsi trovare preparati. Una circolare firmata dal direttore generale Welfare Giovanni Pavesi, inviata alle Ats, Asst e Irccs, contiene una serie di indicazioni e aggiornamenti per la protezione dei soggetti fragili all'interno delle strutture ospedaliere e delle Rsa.

"Il Covid – dichiara l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso – fortunatamente grazie ai vaccini e ai passi avanti delle cure ora convive con noi senza provocare i danni dei primi anni di pandemia. Sappiamo bene però che per alcune categorie di pazienti, come gli immunodepressi e i fragili, può ancora costituire un pericolo di vita. Per questo motivo abbiamo appena inviato una Circolare ad Ats, Asst e Irccs lombardi. Il documento prevede un’azione mirata a proteggerli quando si trovino all’interno delle strutture ospedaliere e residenziali socio-sanitarie”.

Guido Bertolaso

Il nuovo vaccino in arrivo a ottobre 2023

Veniamo ora al nuovo vaccino anti Covid. Purtroppo sappiamo che dopo 6 mesi dalla guarigione o dall’ultima dose di vaccino la protezione decresce. L'Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha dato l'autorizzazione al primo dei nuovi vaccini contro Covid-19, quello prodotto da Pfizer, che può essere utilizzato negli adulti e nei bambini a partire dai 6 mesi di età.

Centri vaccinali

In particolare, si tratta di una nuova formulazione di vaccini a mRNA e proteici (formulazione aggiornata monovalente Xbb.1.5), di cui si prevede la disponibilità di dosi a partire da ottobre (il vaccino arriverà in Italia il 25 settembre 2023, ha confermato oggi il ministro della Salute Schillaci).

Da quella data saranno consegnati alle Regioni, che poi li distribuiranno ai medici di famiglia.

L’obiettivo della campagna nazionale, come riporta una recente circolare del Ministero della salute, è quello di prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di Covid-19 nelle persone anziane e con elevata fragilità, e proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari e sociosanitari.

“A questi gruppi di persone”, si legge nella nota, “è raccomandata e offerta una dose di richiamo a valenza 12 mesi con la nuova formulazione di vaccino aggiornato. La vaccinazione potrà inoltre essere consigliata a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità”.

I nuovi vaccini monovalenti sono stati sviluppati per combattere la sottovariante Xbb.1.5 (detta Kraken).

Ma funzionano anche contro quelle più nuove, come precisato da Marco Cavaleri responsabile della strategia vaccinale dell'Ema. Come per esempio la Ba.2.86, soprannominata Pirola (però poco presente in Italia) e soprattutto la EG.5 altrimenti detta Eris. Dopo il via libera alla nuova formulazione del vaccino di Pfizer da parte di Ema è atteso anche quello per Moderna.

Le somministrazioni si faranno soprattutto in farmacia e negli studi dei medici di famiglia: per il vaccino (gratuito) è prevista una sola dose per una protezione di 12 mesi.

Una campagna di vaccinazione estesa, nell'autunno 2023, con un'alta adesione tra gli over 60, secondo le stime europee, potrebbe ridurre dal 21% al 32% il totale dei ricoveri per Covid fino alla fine di febbraio 2024. Tale strategia, però, avrebbe successo solo a fronte di un'alta adesione alla campagna di vaccinazione autunnale.

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