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Alla Prima della Scala Boris Godunov: chi era costui? Guida rapida per spacciarvi conoscitori dell'opera

Dopo aver letto questo articolo scoprirete tutto, ma proprio tutto, su quest'opera che andrà in scena la sera di Sant’Ambrogio.

Alla Prima della Scala Boris Godunov: chi era costui? Guida rapida per spacciarvi conoscitori dell'opera
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Se quando avete sentito che per la Prima della Scala sarebbe andato in scena il Boris Godunov avete corrugato la fronte, unito le sopracciglia in un senso sontuosamente riflessivo ed è apparsa come una vignetta a nuvola dalla vostra testa con scritto “Chi??”, ecco, tutto in ordine. Non siete gli unici.

Prima della Scala: Boris Godunov, ma chi era costui?

MILANO – Non perché l’opera, la lirica, non è materia per tutti. Non perché c’è chi piuttosto di assistere ai drammi cantanti dove una parola in musica può durare una dozzina di secondi. No, perché anche chi è appassionato di questa maestosa arte potrebbe non aver sentito mai l’opera che andrà in scena la sera di Sant’Ambrogio.

7 dicembre: una serata di gossip ma anche di protesta

Una tradizione vecchia come Milano praticamente, visto che si festeggia il patrono meneghino nella consueta serata all’insegna dell’eleganza. Il 7 dicembre è stato in passato anche occasione di aspre contestazioni, con gli altrettanti tradizionali lanci di uova degli animalisti contro le nobildonne (ma anche sedicenti nobili) che si addobbavano (visto che siamo in periodo natalizio) con pellicce e visoni. Da qualche anno le contestazioni hanno lasciato il posto alle sfilate di chi partecipa alla Prima solo per poter dire “io c’ero”. E molti fanno parte della categoria di cui sopra, di quelli che la lirica un po’ neanche la capiscono. Ma esserci è uno status.

Boris Godunov: tutti i protagonisti

Torniamo a noi e al nostro Boris Godunov. Un po’ di nomi: l’opera è di Modest Musorgskij, diretta dal Maestro Riccardo Chailly con la regia di Kasper Holten. L'opera è basata sul dramma omonimo di Aleksandr Sergeevič Puškin e sulla Storia dello Stato Russo di Nikolaj Michajlovič Karamzin. Il coro della Scala è diretto dal Maestro Alberto Malazzi. I protagonisti sono Ildar Abdrazakov che interpreta il protagonista, Ain Anger è Pimen, Dmitry Golovnin è nelle vesti di Grigorij.

Ecco a voi la trama per chi vuole diventare esperto conoscitore

Ed ecco la trama, utile per chi ha voglia di addentrarsi nell’ambientazione oscura e lugubre o per chi non vuole arrivare impreparato alla discussione tra colleghi davanti alla macchinetta del caffè in ufficio che potrebbe toccare il tema di forte attualità domani e dopodomani, quando l’argomento “Prima della Scala” sarà caldo.

Siamo nel 1598, Mosca. È morto Fëdor, primogenito di Ivan il Terribile. Il successore alla corona è il boiardo Boris Godunov che accetta, dopo le esortazioni delle guardie e le suppliche del popolo, l’incarico. Viene incoronato in pompa magna in piazza delle Cattedrali del Cremlino di Mosca, con il popolo che canta lodi e ringraziamenti e lunga vita a Boris. Insomma, è tutto un grido di gloria e felicità per l’incoronazione: contenti e felici.

Ma la scena cambia e si finisce nella cella di un monastero, dove un monaco anziano, Pimen il suo nome, sta scrivendo la storia russa. Viene interrotto dal novizio Grigorij. Il monaco approfitta della visita per condividere con il novizio la terribile vicenda che aveva visto con i suoi occhi: l’uccisione di Dmitrij Ivanovic, secondogenito di Ivan il Terribile e quindi diretto successore alla corona. Il novizio ha la stessa età del ragazzino ucciso e decide, così, di spacciarsi per lui, giurando vendetta e giustizia per quel barbaro assassinio.

Intanto a Mosca iniziano le proteste del popolo: lo stesso che aveva inneggiato lo zar ora lo reputa responsabile della pesante carestia russa. Il novizio nel frattempo riesce a preparare la conquista: il suo obiettivo è non solo di far cadere Boris, ma anche di prendersi la corona (anche se non è sua, visto che si sta spacciando per un altro...). Lo zar è turbato dalle voci che iniziano a circolare sull’impostore che si fa passare per il giovane Dimitri. Un turbamento che si trasforma in rimorsi e allucinazioni, soprattutto quando comincia a vedere il fantasma del ragazzino ucciso.

Boris è con le spalle al muro: le armate del novizio si fanno strada, il popolo vuole togliergli la corona, lui stesso è devastato dal senso di colpa. È un Macbeth, praticamente. Tormentato e in preda alla follia. Attenzione, spoiler: Boris muore, ossessionato dal pensiero di aver ucciso un bambino innocente. Invoca il perdono divino, dedica le ultime parole al figlio e si accascia. Sipario, dopo 2 ore e 50 minuti di opera.  

La curiosità sull'opera

Una curiosità da giocarvi davanti alla macchinetta del caffè: l’opera originaria è del 1869, ma la commissione dei Teatri imperiali di San Pietroburgo la boccia perché troppo cupa. L’autore la modifica aggiungendo dei canti popolari un po’ più “allegri”. Ma quella del 7 dicembre sarà l’originale. Alla Scala aveva già inaugurato la stagione nel 1979.

Ecco, ora potete spacciarvi per profondi conoscitori. E se vi scoprono, dite di esservi semplicemente ispirati al novizio Grigorij, per uscire dall’imbarazzo con ostentato orgoglio e lirica boria.

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