Al Pride Milano il numero record di 350mila persone dietro allo striscione “Resistenza Arcobaleno!”

In un pomeriggio cocente di fine giugno la manifestazione milanese è andata in scena in un tripudio di colori, cori,carri, bandiere arcobaleno e tanta musica. Secondo gli organizzatori le presenze hanno raggiunto il numero record di 350mila partecipanti.

350mila persone hanno sfilato al corteo del Pride Milano dietro allo striscione “Resistenza Arcobaleno!”

MILANO - Dietro lo striscione con scritto “Resistenza Arcobaleno!”, tra colori, bandiere a supporto della Palestina, cartelli e musica il corteo del Pride di Milano è partito in un pomeriggio a dir poco tropicale, dalla stazione Centrale di via Vittor Pisani per sfilare per circa tre chilometri fino all’Arco della Pace.

La testa del corteo del Pride (Foto Mianews)

L'assenza della Brigata Ebraica milanese

Malgrado l'assenza della Brigata Ebraica milanese (perché nel documento politico scritto dagli organizzatori viene usata la parola genocidio, ) quest’anno la parata ha visto una partecipazione eccezionale: ben circa 350mila persone, secondo quanto comunicato dagli organizzatori.

I 20 anni delle Famiglie Arcobaleno

E' stata una partenza della manifestazione diversa dal solito visto che si festeggiano i 20 anni delle famiglie arcobaleno che hanno sfilato su carri coperti da bandiere della pace. Subito dopo i carri dei partiti politici, con il Pd rappresentato dai suoi esponenti locali, e della Cgil. Al corteo si è unito anche il sindaco Giuseppe Sala che insieme ai manifestanti ha raggiunto l'Arco della Pace.

Lo striscione delle Famiglie Arcobaleno, l'associazione festeggia 20 anni (Foto Mianews)

"Presente" suo malgrado anche Fontana

Sul carro del PD 'sfila' anche un cartonato del presidente della Regione Attilio Fontana avvolto da una bandiera arcobaleno, a evidenziare che la Regione non è in realtà presente alla manifestazione con nessun rappresentante istituzionale come avevano invece chiesto le opposizioni.

La parata è arrivata all’Arco della Pace con i suoi migliaia di manifestanti. I partecipanti si sono trovati sotto il palco allestito per gli interventi programmati del sindaco Giuseppe Sala e di altri esponenti comunali. La zona ha ospitato poi una grande festa con un concerto con moltissimi ospiti sul palco come BigMama, Alexia, Romina Falconi, Michele Bravi, Sarafine e Sarah Toscano che è andato avanti fino a tarda notte.

La stoccata di Sala a Vannacci: "parole volgari"

“E' chiaro che la possiamo un po' buttare in 'caciara' o non dare importanza a queste affermazioni, però è il vice segretario di un partito di governo, quindi per questo non ci saranno segnali diretti, ma ci sono tanti segnali e tentativi di grattare un po' la pancia a chi vuole farci tornare indietro”, ha detto il sindaco Sala in riferimento alle affermazioni del Generale Vannacci.

Sala ha continuato con una riflessione rispetto alle differenze che oggi ci sono tra “destra e sinistra, sarà un discorso lunghissimo, ma certamente chi è di sinistra non guarda mai indietro, non può avere nostalgie, deve saper vivere meglio la contemporaneità. E se la contemporaneità parla la voce di chi oggi è al Pride, bisogna tenerne conto”, ha detto il sindaco.

Sulla possibilità che alcuni diritti vengano messi a rischio in Italia, Sala ha detto che “non ci sono segnali concreti, ma abbiamo tante voci di partiti del governo totalmente dissonanti, anche un po' volgari, per cui è chiaro che grande attenzione dobbiamo porla a tutti”, ha concluso il sindaco.

"Continuare a battersi perché conquiste ottenute non si perdano"

“Quello che oggi dirò sul palco è che i momenti sono difficili, che nulla è acquisito e quindi che bisogna continuare, pacificamente, ma intensamente, a battersi perché le conquiste ottenute non si perdano”, ha proseguito il sindaco. Sala ha continuato sottolineando l’importanza di avere la “delegazione milanese” a Budapest, perché, secondo il sindaco “oggi il vero senso di continuare a ribadire che la libertà è un valore, come dice anche la nostra Costituzione, è un valore che ha un unico limite: il rispetto della libertà degli altri. Perché Budapest e perché siamo lì? Perché viviamo in un periodo in cui si vuol negare la libertà a tanti”, ha concluso il sindaco.

Majorino: "Troppi strizzano occhio a Orban, Milano avamposto"

Piefrancesco Majorino, capogruppo regionale del PD riguardo all'enorme partecipazione al Pride di Milano:

“È fondamentale essere tantissimi qui a Milano, che è sempre stato avamposto contro le discriminazioni. E poi chiaro che c’è grande collegamento con Budapest. E' un segnale molto importante perché non deve mai vincere la cultura dell’odio. In Italia ci sono troppe persone che strizzano l’occhio a quel modello, ieri abbiamo sentito parole orrende da Vannacci, la destra piano piano comunque porta avanti un messaggio di negazione dei diritti e Regione Lombardia ha negato ancora una volta il patrocinio”.

Sempre su Vannacci, il consigliere del Pd lo ha definito il "fascismo 2.0", "siamo di fronte al fatto che è una svolta radicalissima a destra della Lega. Non dobbiamo trattarlo come fenomeno da baraccone. Lui dice quello che pensa e un bel pezzo della destra, è quello che pensa Orban”.