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50 anni fa la strage della Questura di Milano: stamattina la commemorazione in via Fatebenefratelli

Milano ha ricordato questa mattina in via Fatebenefratelli il cinquantesimo anniversario della strage della Questura in cui morirono quattro persone e ci furono 52 feriti

50 anni fa la strage della Questura di Milano: stamattina la commemorazione in via Fatebenefratelli
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Accadde il 17 maggio 1953: una bomba a mano fu lanciata tra le persone che assistevano in via Fatebenefratelli alla cerimonia in memoria del commissario Calabresi ucciso un anno: ci furono 4 morti e 52 feriti.

50 anni fa la strage della Questura di Milano

MILANO - Si è svolta questa mattina in via Fatebenefratelli la commemorazione del cinquantesimo anniversario della strage della Questura di Milano in cui morirono quattro persone e ci furono 52 feriti a causa dello scoppio di una bomba a mano lanciata dal terrorista Gianfranco Bertoli mentre si svolgeva la cerimonia in memoria del commissario Luigi Calabresi, ucciso un anno prima.

La commemorazione di questa mattina

Alla deposizione delle corone hanno partecipato il questore Giuseppe Petronzi, il prefetto Renato Saccone, il procuratore capo di Milano Marcello Viola, il sindaco Giuseppe Sala, i vertici locali di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale, Gemma Capra Calabresi, vedova del commissario, coi figli e i parenti delle vittime.

Le parole della vedova Calabresi

"Oggi non è la nostra giornata ma è la giornata di queste persone che ho veramente nel cuore e a cui ho sempre pensato. È una morte assurda di persone che non c’entravano niente, innocenti. Oggi è la loro giornata e ci dedichiamo a loro. Per loro un pensiero e una preghiera", ha detto Gemma Capra Calabresi.

Gemma Capra Calabresi, vedova del commissario, presente alla cerimonia (foto Mianews)

Il questore Giuseppe Petronzi presente alla cerimonia

Quella della strage e dell'omicidio di Calabresi "sono due date che con l’anno si sovrappongono singolarmente e sono significativamente accomunate, il 17 maggio. Come è da tradizione e come è giusto si rinnovano la memoria e il ricordo", ha spiegato il questore Petronzi.

Tra i parenti delle vittime Vincenza Panzino, parente di Giuseppe, morto nell'attentato: "Mio zio era un maresciallo dei carabinieri in pensione e quella mattina si trovava in Questura per ritirare dei documenti. È scoppiata la bomba ed è morto, non subito ma dopo una settimana. Nelle foto che ci sono è l’uomo in ginocchio, era stato preso proprio nel petto. Era una persona intelligente e lo ricordiamo ogni anno".

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