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Fine vita, il Consiglio regionale approva la pregiudiziale

La votazione, in modalità segreta, è finita 43 a 34

Fine vita, il Consiglio regionale approva la pregiudiziale
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Con 43 voti favorevoli, 34 contrari e nessun astenuto il Consiglio regionale ha approvato nel pomeriggio di martedì 19 novembre la pregiudiziale sulla legittimità costituzionale in merito al progetto di legge sul fine vita presentato dal comitato Liberi Subito e dall'associazione Luca Coscioni. Con il voto, in sostanza, la maggioranza di centrodestra dell'Aula lombarda, ribadisce la propria posizione sul fatto non spetti alla Regione regolare la materia. Il Pdl dal titolo "Procedure e tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza n. 242/19 della Corte Costituzionale" non viene quindi discusso.

Fine vita, il Consiglio regionale approva la pregiudiziale

MILANO - La questione pregiudiziale di costituzionalità, illustrata da Matteo Forte (FdI) dichiara che nel testo del progetto di legge

“sussistono possibili questioni di legittimità costituzionale per violazione dell’articolo 117 della Costituzione.

Ogni qual volta la Corte ha considerato un intervento legislativo in materia - viene precisato - si è rivolta solo e soltanto al legislatore statale, al quale solo spetta il compito di individuare il punto di equilibrio tra autodeterminazione e tutela della vita”. Richiamando una specifica sentenza della Corte, si afferma inoltre che si tratta di diritti “la cui tutela non può non darsi in condizioni di fondamentale eguaglianza su tutto il territorio nazionale”.

Nel testo del progetto di legge, secondo la pregiudiziale presentata dalla maggioranza, infatti, vengono individuate alcune “invasioni di campo” in riferimento a materie esclusive dello Stato quali l’ordinamento civile e penale e, appunto, la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali,

“che devono essere garantiti uniformemente su tutto il territorio nazionale per ragioni imperative di eguaglianza tra tutti i cittadini”. “In ogni caso - ha detto il relatore Forte, riprendendo alcuni passaggi della questione pregiudiziale, - ad oggi in Italia non esiste alcun diritto al suicidio medicalmente assistito. La sentenza 242 del 2019, alla quale fa riferimento il pdl traendone conseguenze sbagliate, si limita infatti ad escludere la punibilità dell’aiuto al suicidio nei casi considerati, senza alcun obbligo di procedere a tale aiuto in capo ai medici. La non punibilità viene riconosciuta quando il paziente è affetto da patologia irreversibile, fonte di sofferenze intollerabili, tenuto in vita con trattamenti di sostegno vitale e sia capace di prendere decisioni libere e consapevoli. La stessa Corte, tornando sulla materia nel 2024, ha precisato che ‘una simile ratio, all’evidenza, non si estende a pazienti che non dipendano da trattamenti di sostegno vitale, i quali non hanno la possibilità di lasciarsi morire semplicemente rifiutando le cure’”.

I voti a favore

A favore della pregiudiziale sono intervenuti Nicolas Gallizzi (Noi Moderati), Fabrizio Figini (FI), Marisa Cesana (Lombardia Ideale), Alessandra Cappellari (Lega) e Christian Garavaglia (FdI); contrari Onorio Rosati (AVS), Lisa Noja (Azione-Italia Viva), Michela Palestra (Patto Civico), Nicola Di Marco (M5S), Martina Sassoli (Lombardia Migliore) e Carmela Rozza (PD), correlatrice nel lavoro delle Commissioni, che ha insistito sul fatto che il progetto di legge non intendeva aggiungere nessuna decisione rispetto a quanto stabilito dalla Corte. “Si trattava - ha detto - di stabilire procedure e tempi affinchè la Regione potesse completare quanto previsto dalla Corte, che ha elencato precise condizioni per l’accesso al suicidio assistito rendendo irragionevole l’esclusione delle persone interessate. E infatti in questo senso avevamo individuato emendamenti migliorativi, ma qui purtroppo prevalgono le tifoserie di partito”. A motivare il proprio voto contrario alla pregiudiziale è intervenuto anche Giulio Gallera (FI). Il progetto di legge di iniziativa popolare, accompagnato da 8181 firme, era stato presentato dall’Associazione Luca Coscioni lo scorso 18 gennaio. L’Ufficio di Presidenza, deliberandone l’ammissibilità (relativa alla sola verifica dei requisiti previsti dalla legge regionale ai fini dell’avvio dell’iter legislativo), aveva assegnato alle Commissioni Sanità e Affari istituzionali l’esame congiunto del provvedimento. Nei mesi scorsi erano stati chiesti pareri giuridici e si era proceduto con le audizioni di esperti e professori di diritto costituzionale. Il testo è composto da sei articoli, il secondo dei quali afferma che

“la Regione Lombardia assicura la necessaria assistenza sanitaria alle persone che intendono accedere al suicidio medicalmente assistito… ai sensi e per effetto della sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale”.

Negli altri articoli vengono previsti modi e tempi della “prestazione”, da “assicurare gratuitamente”.

C'era anche Marco Cappato al Pirellone per l'approdo in Aula del progetto di legge di iniziativa popolare sul suicidio assistito, presentato dal comitato Liberi Subito e dall'associazione Luca Coscioni con il sostegno di oltre 8 mila firme. I lavori si sono aperti con la presentazione della pregiudiziale di costituzionalità da parte del centrodestra che, se approvata, farà decadere il pdl senza che si arrivi alla discussione nel merito. Il voto è atteso nel pomeriggio. In Aula questa mattina c'era anche il governatore Attilio Fontana. Cappato ha seguito i lavori dai posti riservati al pubblico.

Fontana: "serve intervento nazionale"

"Mi sembra che il voto sia andato in una certa direzione, qualcuno ha votato a favore, qualcuno ha votato contro, quindi la libertà di coscienza c'è stata".

Così il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, a margine del Consiglio regionale, ha commentato il voto in Aula favorevole alla pregiudiziale sulla legittimità costituzionale in merito al progetto di legge sul fine vita. A chi gli domandava se serva a questo punto un intervento a livello nazionale in Parlamento,

"Sicuramente, che ci sia necessità di un intervento nazionale, non ci sono dubbi" ha risposto il governatore che a chi gli faceva notare che anche lui era presente e ha votato con il resto del centrodestra, ha risposto sottolineando che "io quando ci sono voto sempre, mi sembra doveroso".

Il voto dell'Aula lombarda, secondo Fontana non contrasta con i pronunciamenti della Corte costituzionale sul tema.

"Secondo me non si può fare questa affermazione, nel senso che nel merito non si è entrati - ha detto Fontana - Hanno proposto una questione di carattere pregiudiziale e l'Aula ha deciso che questa è la strada che deve essere seguita. L'Aula è sovrana quindi credo che non ci sia nessun commento da fare". 

Cappato: "è obbedienza alla legge"

"Per quanto ci riguarda come Associazione Luca Coscioni continueremo ancora di più ad aiutare concretamente le persone in Lombardia che chiedono l'aiuto alla morte volontaria a ottenere risposte in tempi certi".

Così Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, ha commentato il voto espresso dalla maggioranza del Consiglio regionale, favorevole alla pregiudiziale sulla legittimità costituzionale che di fatto non permette di discutere nel merito il progetto di legge di iniziativa popolare sul fine vita. Cappato ha seguito la seduta odierna del Consiglio regionale dai posti riservati al pubblico. A chi gli domandava se sia una nuova forma di disobbedienza,

"In realtà è obbedienza alla legge - ha risposto Cappato - In Italia le sentenze della Corte Costituzionale hanno valore di legge. In Italia e anche in Lombardia il cosiddetto suicidio assistito è legale e depenalizzato. La Corte ha chiaramente indicato la responsabilità del Sistema Sanitario di verificare le condizioni ma anche le modalità di attuazione. Nel momento in cui ci si volesse scaricare dalla responsabilità di farlo in tempi certi, saremo pronti a denunciarlo come abbiamo fatto in altre regioni le Asl e se non sarà garantita la concreta messa a disposizione del farmaco eutanasico e delle modalità di attuazione, saremo noi a farlo in obbedienza civile alla legge dello Stato".

FdI: "percorsi di sollievo e cure palliative"

Il capogruppo di FdI, Chiristian Garavaglia, ha commentato:

"Con la votazione di oggi si è concluso un percorso, che ci ha visto sin dall’inizio chiaramente dalla parte della vita e per promuovere percorsi di cure palliative e terapia del dolore. Come avevamo sollevato alla presentazione del progetto di legge vi sono criticità tanto su questioni tecniche che giuridiche e di competenza, anche per non creare situazioni che trattino diversamente i cittadini da una regione all’altro, senza dimenticare valutazioni a carattere etico-morale: Fratelli d’Italia ha sempre scelto la difesa della vita, che non può per sua natura essere confinata solo in procedure prefissate ed all’interno di un iter terapeutico o di procedure medicali. Pertanto, la terapia del dolore e le cure palliative in essere presso le Asst rimangono gli strumenti al servizio del malato come dei propri famigliari per condurre il paziente dignitosamente al termine della propria esistenza”.

La presidente della commissione Sanità, Patrizia Baffi, ha commentato:

“Abbiamo condotto un partecipato e complesso percorso nelle Commissioni, con diverse audizioni e analizzando i vari profili tecnici ed amministrativi della questione, affrontando nel merito, con una lettura multidisciplinare, i vari contenuti del progetto di legge, grazie anche ad interventi di rilevanti esperti legali. Fondamentale rimane l’uniformità di trattamento ovvero il principio di uguaglianza; quindi, una scelta uniforme su tutto il territorio nazionale, che non crei differenze di trattamento e condizioni ai malati”. 

Gallera: "momento di lasciare libertà di scelta"

Come già durante i lavori di commissione, Giulio Gallera, consigliere regionale di Forza Italia ed ex assessore al Welfare lombardo, si è dissociato dal resto del centrodestra e ha votato contro la questione pregiudiziale posta sul pdl sul fine vita, poi approvata all'Aula.

“Penso sia arrivato il momento di lasciare libertà di scelta anche sui diritti. Voto contro la pregiudiziale e spero che lo faranno molti altri, dimostrando di essere all'avanguardia e dare la linea anche sui diritti civili”, aveva detto durante le dichiarazioni di voto. “Negli ultimi 12 anni tutte le volte che mi sono seduto in questi banchi ho sentito un orgoglio nel rappresentare quello che è uno dei migliori, più longevi e apprezzati modelli di governo del centrodestra – aveva poi proseguito nel suo intervento - Dal 1995 la Regione Lombardia è sempre stata una Regione all’avanguardia, un modello, non una Regione che si è accodata, ha agito per attuare e difendere il principio liberale di ampliare la sfera di libertà dei lombardi. Un modello che ha sempre messo al centro la libertà di scelta del cittadino, allora come oggi, come nel 2017, quando con un referendum ha cercato di togliere dalla palude il tema dell'autonomia. È arrivato il momento di garantire la libertà di scelta anche sul tema dei diritti e del fine vita".

Majorino: "dalla destra grande dimostrazione di viltà"

“Io credo che la destra abbia fatto un grande errore. Ha deciso di impedire che vi possa essere una legge al fianco delle persone più sofferenti. La questione del fine vita non credo riguardi uno schieramento politico o un altro, ma la vita delle persone e un diritto che va garantito. E riguarda anche la necessità di dare indicazioni più chiare agli operatori sanitari. Penso che ci sia stata una grande dimostrazione di viltà da parte della destra, che non è neanche riuscita a bocciare la legge nel merito, ma ha addirittura impedito che venisse discussa dal Consiglio regionale. Peraltro è stato imbarazzante assistere al comportamento del presidente Fontana che mesi addietro si era detto disponibile ad un confronto nel merito. Oggi ha vinto Fratelli d'Italia che ha deciso di dare una linea oscurantista ancora una volta”.

Lo dichiara Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in Consiglio regionale della Lombardia e componente della segreteria nazionale dem, a commento dell’affossamento, oggi in Aula, della legge di iniziativa popolare sul fine vita, con l’approvazione di una pregiudiziale di costituzionalità che ha stoppato la discussione ancora prima di entrare nel merito.

La votazione, in modalità segreta, è finita 43 a 34, con la presenza - afferma il Pd - di tre franchi tiratori che si sono aggiunti al no dichiarato dalle forze di opposizione e dal consigliere Giulio Gallera di Forza Italia.

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