Il "mio" Franco Battiato: “Un giorno sulla Prospettiva Nevski..."
L’ho incontrato tardi Battiato, ma da allora non se ne è mai andato via.
Il "mio" Franco Battiato: “Un giorno sulla Prospettiva Nevski...".
Il "mio" Franco Battiato: “Un giorno sulla Prospettiva Nevski..."
CORSICO - Non immaginate la mia gioia quando scoprii che l’indirizzo del nostro b&b a San Pietroburgo, qualche anno fa, sarebbe stato proprio in quella via (solo quando ci arrivai scoprii che non era una vietta romantica della città, bensì l’arteria più importante del centro).
Io non ho incontrato Igor Stravinsky su quella via
Io non ho incontrato Igor Stravinsky su quella via; ho solo assistito ad una asfaltatura del manto stradale della Prospettiva in piena notte (unico modo per bloccare il traffico su quella strada) e sotto una pioggia battente e gelida. Ho goduto di quella splendida città per qualche giorno, canticchiando continuamente quella magnifica canzone.
C’è sempre stata e sempre ci sarà una canzone di Franco Battiato
Ed è così per tanti momenti della mia vita: c’è sempre stata e sempre ci sarà una canzone di Franco Battiato da canticchiare in qualche occasione della propria esistenza. L’ultima che ricordo col sorriso, ora un po’ amaro visto che Franco è “passato oltre” da poco più di 24 ore mentre vi scrivo, è quando la scorsa estate, con i nipoti cinquenni, cantavamo in spiaggia “mare, mare, mare voglio annegare”. Ho vivida memoria dei loro occhi pieni di stupore, solo quelli che un bimbo può regalare e insegnare a noi adulti, che ci chiedevano: “Ma perché vuoi annegare?” E allora via di “Cucurrucucu paloma”, così non si deve alcuna spiegazione, o quasi.
Per restare in tema estivo, è proprio grazie ad una splendida vacanza di 7 o 8 anni fa in Corsica che è nato il mio amore per le canzoni del Maestro. Io e la Gio, la Ro e Miguel (con la piccola Nicuzza ancora quasi cucciola e Bianca solo un dolce pensiero) tutti su una Bravo, stipati come sardine con tutta l’attrezzatura da campeggio per 2 settimane oltre ai normali bagagli. E proprio su quella macchina “assettata” (per non dire che toccava il suolo non solo con le ruote), ad accompagnarci c’era “il Cinghiale Bianco” o “la bandiera bianca” che sventolava, su ogni tragitto per raggiungere nuove spiagge e nuove avventure.
La musica è bella quando è emozione
Eh sì, l’ho incontrato tardi Battiato, ma da allora non se ne è mai andato via. È stato, da allora ogni giorno, una nuova scoperta, una nuova sonorità (che è ciò da cui personalmente mi faccio rapire nella musica, prima di apprezzarne il testo). Non mi metterò a citare altri brani, perché non saprei scegliere il mio preferito né voglio farlo. Tantomeno mi azzarderò in un’analisi o critica delle sue opere. Non ne ho le competenze e, per quanto mi riguarda, la musica è bella quando è emozione, e questo mi basta.
Martedì sono rimasto scosso tutto il giorno, quasi fosse uno di casa che se ne era andato: Franco era andato oltre. Subito la memoria è andata ai suoi due concerti a cui ho avuto il privilegio di assistere. Perché dal vivo, diciamocelo, la musica è un’altra storia (e mai come in questo ultimo anno me ne sono reso conto). Se penso al brivido quando ad ogni “ennesimo” concerto dei Subsonica a cui partecipo parte la loro stupenda versione di “Up Patriots to Arms”…
Voglio consolarmi, e provare a consolare, con il pensiero che lui è ancora qui e sempre lo sarà. Basterà accendere Spotify, un cd, la radio, e lui ci sarà sempre. E allora alzerò il volume, cercando ogni giorno di “trovare l’alba dentro all’imbrunire”. È difficile, si sa…
Grazie Franco.
Andrea Demarchi