Chamila è stata uccisa al Parco Nord. Il collega detenuto in regime di lavoro esterno si è tolto la vita gettandosi dal Duomo
La donna, che lavorava in hotel con il detenuto De Maria, era scomparsa da due giorni: il suo cadavere sarebbe stato notato da un passante all'interno del Parco Nord

La vita di Chamila Dona Wijesuriya è finita tragicamente al Parco Nord di Milano. La donna, che era scomparsa da due giorni è stata trovata cadavere all'interno del parco , a poca distanza da casa sua. La donna lavorava all’Hotel Berna con il detenuto Emanuele De Maria che domenica 11 maggio si è tolto la vita gettandosi dalle Terrazze del Duomo. In un video la donna passeggia al Parco Nord col De Maria proprio prima di essere uccisa.
Chamila trovata morta al Parco Nord. Il collega evaso si toglie la vita in Duomo
MILANO - Era scomparsa da due giorni Chamila Dona Wijesuriya, 50 anni, dipendente dell’Hotel Berna a Milano. Domenica pomeriggio il suo corpo è stato scoperto da un passante nel Parco Nord, a poca distanza da casa sua.
Le forze dell’ordine erano alla sua ricerca da venerdì, dopo la denuncia del marito e del figlio. Accanto al suo nome, in queste ore, anche quello di Emanuele De Maria: collega di Chamila, detenuto in regime di lavoro esterno, evaso e poi suicidatosi lanciandosi dalle Terrazze del Duomo.
Dietro la tragedia una relazione finita?
Chamila e De Maria si erano incontrati proprio nel parco dove il corpo della donna è stato ritrovato. Secondo le prime ricostruzioni investigative, sarebbe stata uccisa in seguito alla decisione di interrompere una relazione sentimentale con il collega. Lo confermerebbero i messaggi trovati sul cellulare della donna, ora sotto sequestro per accertamenti. Dopo il delitto, De Maria avrebbe abbandonato il telefono – poi ritrovato da un addetto della metropolitana e consegnato al figlio della vittima – e lasciato il parco.
Accoltella gravemente il collega
Come riporta il Giorno, alle 17 di venerdì 9 maggio, De Maria chiama la madre: “Ho fatto una cavolata, perdonami”, dice al telefono. Pochi minuti dopo, sparisce nel nulla. Sabato mattina, alle 6.20, riappare in via Napo Torriani. Appostato con un coltello, aggredisce un altro collega dell’hotel, accusandolo di essersi intromesso nel rapporto con Chamila. Lo colpisce con cinque fendenti e fugge ancora una volta.
Nel 2016 aveva ucciso una ragazza tunisina di 23 anni
Quella di De Maria è una spirale di violenza già vissuta nove anni fa, quando a Castel Volturno uccise una ragazza tunisina di 23 anni. Per quel crimine aveva ottenuto una seconda possibilità grazie al programma di reinserimento del carcere di Bollate.
Il lavoro fuori dal carcere dal 2023
Dal novembre 2023 lavorava a tempo pieno all’Hotel Berna con un contratto a tempo indeterminato, giudicato “meritevole di fiducia” dal personale penitenziario. Fino a pochi mesi fa era stato anche raccontato in tv come un esempio di reinserimento sociale riuscito.
Tutto cancellato in 48 ore: l’omicidio di Chamila, il tentato omicidio del collega, e infine il suicidio in pieno centro, sotto gli occhi dei turisti. Con sé, De Maria aveva ancora la borsa della vittima. Probabilmente con i soldi trovati all’interno ha acquistato una nuova maglietta e il biglietto per salire sul Duomo. Alle 13.40 di domenica, il gesto estremo.
Chamila viveva a Milano con la famiglia
Chamila era originaria dello Sri Lanka. Viveva a Milano in via Gorky, di fronte al Parco Nord, da oltre vent’anni, con il marito e un figlio diciassettenne che frequenta la scuola internazionale. Da tempo lavorava all’Hotel Berna, dove era considerata una colonna tra i dipendenti. La sua scomparsa ha lasciato sgomenta la comunità.
Sulle vicende indagano i carabinieri, la polizia locale e la procura. Le verifiche sulle responsabilità penitenziarie e sui permessi concessi a De Maria sono già in corso.