Nuovo San Siro, Sala sollecita Inter e Milan e chiede il piano di acquisto entro oggi
Nei giorni scorsi le due società avrebbero dovuto consegnare al Comune di Milano la loro offerta di acquisto dello stadio, ma Palazzo Marino non ha ricevuto nulla

Il futuro di San Siro fra ritardi e incertezze si fa più grigio, come il tempo di oggi su Milano. Sala è stanco di aspettare una proposta di acquisto che non arriva e sollecita Inter e Milan.
L’attesa di Palazzo Marino
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, attende da giorni il piano di fattibilità economico che Milan e Inter avrebbero dovuto presentare entro il 29 febbraio per l’acquisto di San Siro e delle aree circostanti. Tuttavia, il documento non è ancora arrivato.
Venerdì 7 marzo, Sala ha deciso di scrivere direttamente ai club e agli azionisti americani, esprimendo preoccupazione per il ritardo e chiedendo chiarimenti. Se il docfap (documento di fattibilità delle alternative progettuali) non dovesse essere consegnato neanche oggi, il sindaco ha invitato i rappresentanti delle due società a un incontro serale a Palazzo Marino.
Divergenze tra Milan e Inter: e se uno dei due si ritira?
Le difficoltà sembrano derivare da disaccordi tra i club. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la proposta d’acquisto era già stata approvata dai rappresentanti italiani di Milan e Inter, ma è arrivato uno stop dagli Stati Uniti, dove i proprietari RedBird (Milan) e Oaktree (Inter) hanno sollevato dubbi su una clausola cruciale: cosa accadrebbe se uno dei due club si ritirasse dal progetto?
L’Inter, sotto la gestione di Oaktree, si è ormai orientata sulla ristrutturazione di San Siro abbandonando il progetto Rozzano, mentre invece il progetto di RedBird dello stadio Milan a San Donato era già ad un livello ben più avanzato. Questo potrebbe spiegare le incertezze dell’Inter, timorosa che il Milan possa fare un passo indietro, lasciandola sola nell’investimento. D’altro canto, se fosse l’Inter a ritirarsi, il Milan subirebbe un danno significativo, avendo abbandonato l’ipotesi di San Donato.
Il nodo dei tempi e il rischio del vincolo storico
Sala ha ribadito l’urgenza della situazione: “Questa amministrazione deve poter procedere a una tempestiva pianificazione e programmazione delle proprie valutazioni e decisioni in ordine al futuro dell’attuale impianto”. Il sindaco teme che i ritardi possano compromettere l’iter di vendita prima di settembre, mese in cui la Soprintendenza potrebbe imporre un vincolo storico sul secondo anello dello stadio, rendendo impossibile la demolizione e complicando ulteriormente la situazione.
L’iter prevede che, una volta depositato il docfap, il Comune analizzi la proposta prima di passare alla conferenza dei servizi, che dovrà decidere se dichiarare l’operazione di pubblico interesse. Fino ad allora, il destino di San Siro resta appeso a un filo, in attesa di una decisione da parte delle due società.