Giorno della Memoria: posizionate davanti alla Questura pietre d'inciampo in ricordo di tre poliziotti antifascisti
I poliziotti Giuseppe Prata, Emiddio Mastrodomenico e Angelo Molino prestavano servizio nella questura milanese di via Fatebenefratelli
I poliziotti Giuseppe Prata, Emiddio Mastrodomenico e Angelo Molino prestavano servizio nella questura milanese di via Fatebenefratelli e furono uccisi per essersi opporsi al regime nazifascista. Per ricordarne il coraggio questa mattina sono state posizionate davanti alla Questura tre pietre di inciampo.
Pietre d'inciampo in ricordo di tre poliziotti antifascisti
MILANO - Alla cerimonia hanno partecipato il prefetto di Milano Claudio Sgaraglia, il questore Bruno Megale e l’assessore comunale alla Sicurezza Marco Granelli.
Le loro storie
Giuseppe Prata era nato in Ohio ma prestava servizio come vice brigadiere di pubblica sicurezza a Milano. Arrestato con altre 9 persone a titolo di rappresaglia, il 7 settembre 1944 è stato internato nel lager di Flossemburg, dove morì il 21 marzo 1945 per insufficienza cardiaca. Emiddio Mastrodomenico era pugliese e nell’ottobre 1941 entrò nel corpo degli agenti di pubblica sicurezza a Milano. Fu arrestato la sera del 30 giugno 1944 con un altro agente, Francesco Castelli che si salvò dalla fucilazione. I due erano stati sorpresi a far da palo durante una riunione antifascista vicino piazza San Babila e sono stati incarcerati a San Vittore.
Mastrodomenico venne selezionato per essere fucilato per rappresaglia dopo un attentato dinamitardo a un camion tedesco in viale Abruzzi. Fu fucilato nella strage di piazzale Loreto con altri partigiani il 10 agosto 1944. I cadaveri vennero esposti sul marciapiede e fu impedita rimozione da parte dei familiari per darne sepoltura.
Angelo Molino era nato a Udine ma dal 1942 prestava servizio a Milano come agente di pubblica sicurezza. Dopo l’armistizio dell’8 settembre rientrò in clandestinità nella sua regione, il Friuli, e dal maggio 1944 si schierò con la Resistenza. I tedeschi lo arrestarono il 30 settembre 1944 e da Trieste prima lo deportarono a Dachau poi ad Hannover dove morì nel 1945. È stato riconosciuto partigiano combattente. Prata aveva 37 anni, gli altri due 20 anni.
Raccontare esperienze ai giovani
“Ieri abbiamo celebrato il Giorno della Memoria, abbiamo assegnato anche delle medaglie d'onore a coloro che erano stati deportati nelle industrie belliche. L'idea è proprio quella di ricordare, di essere consapevoli di quello che è successo, di avere lo spirito critico e di riproporre anche ai giovani quali sono state le nostre esperienze, in modo da evitare anche in futuro questi eccidi e stermini che hanno caratterizzato la metà del secolo scorso” ha commentato a margine della cerimonia il prefetto Sgaraglia.
Il questore Megale ha detto:
"In questo modo, noi perpetuiamo la memoria di questi eroi. Le pietre d’inciampo davanti alla Questura hanno un valore simbolico, e costringiamo anche un po’ le giovani generazioni a rinnovare la memoria di questi eroi”. I tre poliziotti ricordati “sono persone che con il loro impegno e con la loro vita ci hanno donato la libertà – ha aggiunto Granelli - Tutte le persone che passano in questi uffici devono ricordarsi del sacrificio fatto. Questo deve aiutarci a non dimenticare mai e a tenere sempre saldi i principi che hanno costruito e che costruiscono la nostra Repubblica”.
Tutte le pietre posate nelle questure italiane
Il ricordo dei poliziotti che hanno partecipato alla Resistenza sta accomunando tutte le questure italiane. Finora sono state posate pietre di inciampo nel 2022 nelle questure di Aosta, Trieste e Udine, nel 2023 in quella di Pavia, l’anno scorso a Rieti, La Spezia e Roma e da oggi a Milano in via Fatebenefratelli e il mese prossimo a Livorno. La Polizia di Stato, sostenuta dalla Unione Comunità Ebraica Italiana, ha aderito alla iniziativa Stolpersteine “pietre d’inciampo” ideata più di 30 anni fa dal maestro Gunter Demnig. L’iniziativa si inserisce nel progetto “Senza memoria non c’è futuro” con la quale la Polizia di Stato si è impegnata a recuperare la memoria di tutti quei poliziotti che si opposero al nazifascismo e soccorsero gli ebrei. Tra i poliziotti ricordati dalle pietre in questo progetto ce ne sono quattro riconosciuti “Giusti tra le Nazioni” dallo Yad Vashem: Giovanni Palatucci, Angelo de Fiore, Mario Canessa, Mario de Nardis.