Primario milanese in manette per corruzione e turbativa d'asta
Indagata anche una multinazionale operante nel settore sanitario.
La Guardia di Finanza di Milano ha arrestato un primario di Milano per turbativa d'asta e corruzione, indagata una multinazionale operante nel settore sanitario.
Arrestato primario milanese
I Finanzieri del Comando Provinciale di Milano hanno proceduto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Milano, Dottor Livio Antonello Cristofano, nei confronti di un Giuliano Sarro, medico primario di Chirurgia Generale dell'ospedale di Magenta per i reati di corruzione e turbata libertà degli incanti.
Corruzione e turbativa d'asta
Le indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano, coordinate dal Procuratore Aggiunto del II Dipartimento, Dottor Maurizio Romanelli e dirette dal Sostituto Procuratore, il Dottor Giovanni Polizzi, hanno consentito di riscontrare l’alterazione della procedura negoziata di gara indetta dall’Asst Ovest Milanese per la fornitura in comodato d’uso gratuito di sistemi bipolari e acquisto dei relativi materiali di consumo, a vantaggio di una multinazionale con sede nei Paesi Bassi, attiva nella distribuzione di presidi medici.
Indagate altre tre persone
Secondo gli inquirenti il primario di chirurgia dell'ospedale di Magenta, il dottor Giuliano Sarro, è finito ai domiciliari dopo aver favorito un'azienda a discapito delle altre dopo l'assunzione del figlio, avvenuta nel 2017. Indagati anche il figlio, il dottor Umberto Rivolta (medico dello stesso ospedale del primario) e il manager Davide Bonaccina, manager della multinazionale olandese.
Dalle indagini risulta che i macchinari venduti dall'azienda a seguito della vittoria pilotata di un appalto abbiano anche avuto malfunzionamenti in fase di prova, poi alleggeriti nei verbali della commissione aggiudicatrice, di cui lo stesso Sarro faceva parte.
Indagata anche la multinazionale
Con riferimento ai profili di responsabilità amministrativa degli enti, la società estera è inoltre indagata per corruzione, a causa della mancata adozione di modelli di organizzazione e gestione, idonei a prevenire la commissione dei fatti illeciti, in relazione alle condotte tenute, in territorio nazionale, da uno dei suoi manager, anch’egli destinatario di informazione di garanzia.
Nei confronti dell’ente il G.I.P. del Tribunale di Milano, all’esito della procedura prevista dalla legge, si è riservato la decisione in ordine all’applicazione della misura interdittiva del divieto di contrattare con la P.A.. Contestualmente all’esecuzione della misura custodiale, nei confronti dei soggetti indagati sono in corso numerose perquisizioni nelle province di Milano, Pavia e Treviso.