Neonato abbandonato dal padre insieme a un biglietto: "prendetevi cura di lui finché non sistemo la mia vita"
Parole che esprimono chiaramente la volontà di abbandonare il piccolo, ma che lasciano un barlume di speranza su un possibile ritorno
Ha meno di un mese il bambino che è stato abbandonato a Milano Giambellino e ritrovato da un cittadino egiziano.
Neonato abbandonato dal padre insieme a un biglietto
MILANO - Sono le 16,20. Gamal Ghobrial sta uscendo e sullo zerbino della sua casa al piano terra della scala H di via degli Apuli 4, vede un fagottino. E' un neonato avvolto in una tutina rosa e una cuffietta in testa. Insieme a lui un biglietto stampato in arabo che recita:
"Sua mamma è morta al momento del parto, non ho la possibilità di crescerlo da solo. Abito vicino a voi, vi chiedo di curare il bambino così sarò tranquillo finché non sistemo la mia vita".
Una frase significativa, che dimostra la volontà di abbandonare il piccolo ma che forse fa sperare in un ritorno in futuro.
Il bambino sta bene
Gamal chiama subito i soccorsi che alle 16,38 sono lì e lo portano subito alla clinica De Marchi per verificare che stia bene.
Il piccolo pesa 3,3 chili e sembra essere ben nutrito, a quanto dicono i medici non presenta neanche patologie particolari.
Accertamenti in corso
Attualmente sono in corso le indagini sul biglietto e l'analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza che riprendono cortile e ingresso. L'unica parte a non essere ripresa è la porta della scala H, ma per arrivarci questo papà non è potuto passare inosservato agli occhi elettronici.
Carabinieri e Procura vogliono capire se la storia raccontata nel biglietto sia vera, anche se al momento non risultano casi recenti di donne morte di parto, ma per dirlo con certezza occorre approfondire negli archivi dell’Ats.
Perché proprio a casa di Gamal?
Inoltre, aver scelto proprio Gamal - che ha una moglie è tre figli - lascia intendere che ci sia una sorta di legame con questa famiglia, forse il 53enne è stato scelto perché appunto già padre.
L'unica certezza è si tratti di qualcuno che vive in zona, anche se le testimonianze degli inquilini del palazzo che indicavano una giovane donna araba come la possibile madre sono state smentite.