Rave party in Darsena a Milano: com'è stato possibile? Chi sono i responsabili?
Perché per ore nessuno è intervenuto a sequestrare apparecchi musicali e bevande somministrate da venditori abusivi?
Ma com'è stato possibile? Le immagini giunte sabato sera dal rave party organizzato in Darsena - addirittura in diretta sotto le telecamere del Tg1 delle 20 - hanno lasciato tutti senza parole, andando a scatenare un'ondata di indignazione.
IL VIDEO:
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, è intervenuto a riguardo con un post sul suo profilo Facebook:"Ieri sera intorno ai Navigli e alla Darsena c’erano migliaia e migliaia di persone. Le forze dell’ordine, tra quelle coordinate dalla Questura e quelle del Comune, erano pari a circa 200 unità (il numero l’ho ricevuto dal Prefetto). E, che piaccia o no, di più non si poteva metterne".
Rave party in Darsena, com'é stato possibile?
Una Darsena blindata quella che si è vista nell'ultima giornata di zona gialla a Milano. Il Rave Party organizzato lungo i Navigli di Milano la sera precedente ha portato l'Amministrazione comunale ad intensificare i controlli delle forze dell'Ordine. Gli ingressi sono stati contingentati con "filtraggio" da parte della polizia al fine di evitare assembramenti, gli accessi a Navigli e Darsena sono stati chiusi.
Le "cure" messe in atto nella giornata di domenica, 28 febbraio 2021, hanno alimentato ulteriormente l'ondata di indignazione che si è scatenata sui social e non solo a seguito, appunto, della festa a cielo aperto che ha visto come protagonisti, oltre 500 giovani milanesi che hanno affollato la Darsena nella serata di sabato, spingendosi anche ben oltre l'orario del coprifuoco delle 22.
Immancabile anche il "solito" post provocatorio e ironico di una nota agenzia di pome funebri, sull'argomento:
Il sindaco Sala prova a difendersi dalle critiche
A rispondere, in prima persona, è stato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il quale ha voluto esprimersi a riguardo della ressa (con anche rissa a bottigliate) avvenuta lungo i Navigli, sottolineando come il dispiegamento dei controlli delle forze dell'Ordine era stato eseguito, ma che un numero maggiore di agenti sul luogo non era disponibile:
"A proposito dei Navigli. Le forze dell’ordine, tra quelle coordinate dalla Questura e quelle del Comune, erano pari a circa 200 unità (il numero l’ho ricevuto dal Prefetto). E, che piaccia o no, di più non si poteva metterne, perché la città è grande e va gestita nella sua interezza. Questa è la realtà. Sarebbe stato meglio chiudere nel pomeriggio la Darsena? Ma secondo voi, chi stava in giro sarebbe stato a casa o sarebbe andato da qualche altra parte? Avete idea di quanti luoghi cittadini raccolgono la sera persone che si aggregano? E poi, ci lamentavamo quando il Governo precedente decideva dalla sera alla mattina il cambio di “colore”, ora che la decisione viene comunicata tre giorni prima vedete tutti cosa succede. Di fronte a questi dati di realtà, la maggior parte dei commenti sono sulla mancanza delle forze dell’ordine. Io però sto dalla loro parte, dalla parte di uomini e donne che sono lì a lavorare e non dalla parte di chi non tiene un comportamento adeguato alla grave crisi sanitaria che stiamo attraversando. Ma se viene meglio scrivere a lettere cubitali “DOVE ERANO POLIZIOTTI E VIGILI?” cosa volete che vi dica? Solo che continuerò a lavorare, a metterci la faccia. Con pazienza, dedizione e misura, come il mio ruolo richiede. Un’ultima riflessione. L’ho detto ieri, con questa terribile pandemia se non si rispettano le regole poi si paga pegno. Così probabilmente sarà e purtroppo le conseguenze ricadranno su tutta la comunità".
Nella situazione creatasi in Darsena, le regole di ordine pubblico impongono questo tipo di valutazione: un possibile intervento delle forze di Polizia che tipo di conseguenze potrebbe arrecare? La decisione di controllare a distanza il rave party dei Navigli è derivata dal fatto che un blitz degli agenti avrebbe potuto generare complicanze ulteriori che, magari, sarebbero potute sfociare in un tafferuglio a campo aperto con i partecipanti alla folla. Vittime dell'intervento sarebbero potuti essere sia cittadini "incolpevoli", sia le stesse forze di Polizia, in quanto bersaglio di possibili violenze o lanci di oggetti.
L'opposizione: "Inammissibile, Sala riferisca in Consiglio"
L'opposizione di centrodestra a Palazzo Marino ha trasmesso al presidente del consiglio Comunale Lamberto Bertolè una comunicazione urgente firmata da tutti i consiglieri di Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia, Milano Popolare, Lista Civica Parisi alla quale si è aggiunta la sottoscrizione anche di Simone Sollazzo, ex M5S ora gruppo Misto, nella quale si chiede che il sindaco Giuseppe Sala riferisca a inizio della seduta odierna del consiglio Comunale, riunito online, sui fatti accaduti sabato sera in Darsena.
"La gravità dei fatti, la presa di posizione del Sindaco e la pluralità di attività che l'Amministrazione Comunale poteva e può assumere in ordine al rischio di assembramenti richiedono un intervento del Sindaco nella sua qualità di organo di coordinamento e sintesi politica del Comune di Milano. - si legge nella comunicazione trasmessa dal centrodestra a Bertolè - Le chiediamo pertanto di volerci informare , prima dell'inizio della seduta, in merito alle modalità dell'intervento del Sindaco, che sarà reso più agevole dalle modalità on line della seduta. Ove ciò non accadesse è nostra intenzione protestare presso Palazzo Marino". Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia in Comune, commenta: "È inammissibile che quanto è stato fatto ieri alla Darsena , transenne e controlli, non sia stato attuato venerdì e sabato. Vogliamo che il Sindaco ci spieghi perché per ore nessuno è intervenuto a sequestrare apparecchi musicali e bevande somministrate da venditori abusivi".
Chi sono i responsabili
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Come si può vedere dal video ripostato da alcuni dei giovani che hanno partecipato al Rave Party di sabato sera in Darsena a Milano, si è trattato proprio di un evento live di musica e ballo che si è svolto come se fosse tutto normale e non ci trovassimo in piena emergenza sanitaria.
La maggior parte dei presenti inoltre non indossava la mascherina e aveva in mano bottiglie di alcolici: nello specifico, nel video messo sui social, si vede un gruppo di ragazzi con dei sacchetti della spesa, all'interno dei quali c'erano dei bicchieri che venivano dati ai presenti per partecipare alla "bevuta collettiva".
Ma chi ha portato impianto e casse alla Darsena? Chi erano i dj che si sono alternati alla consolle? Non sarà difficile, si presume, dare un volto ai responsabili.
Ora gli inquirenti si sono messi a lavoro per cercare di individuare i nomi dei partecipanti e degli organizzatori che rischiano 400 euro di multa oltre a una denuncia in procura.