Vermi nel cibo e cure negate ai malati, scandalo nel centro rimpatri di Milano
Gli amministratori, mamma e figlio, ricevono 40 euro al giorno per ogni migrante ma nel centro dilagano miseria e corruzione
Si parla di cattiva gestione, di condizioni disumane e corruzione. All'interno del centro sembra infatti che una ex dipendente addirittura spacciasse.
Shock al centro rimpatri, cure negate e cibo contaminato
Finisce nell'occhio del ciclone il Centro di permanenza per i rimpatri milanese di via Corelli, quello ad altezza dell'uscita della tangenziale per Linate. Le recenti perquisizioni della Guardia di Finanza di Milano hanno fatto emergere un quadro terrificante in cui gli migranti vengono trattati come animali.
Il Centro per i rimpatri:
Stiamo parlando di cure negate a individui con malattie serie come l'epilessia o il tumore al cervello, cibo degradato e infestato dai vermi servito nelle mense, tragici tentativi di suicidio e condizioni disumane in cui migranti con problemi psichiatrici giacciono sul pavimento, parlano da soli e vivono nell'oscurità.
Indagati mamma e figlio amministratori
Alla luce di quanto emerso, l'obiettivo dei pubblici ministeri è ora quello di fare chiarezza su Martinina srl, l'azienda responsabile della gestione del Centro di permanenza e sui 4 milioni e 398mila euro dell'appalto assegnato dalla Prefettura il 10 ottobre 2022. Ovviamente è indagata l'amministratrice del centro 73enne Consiglia Caruso ma non è sola.
L'amministratore effettivo è infatti il figlio 40enne Alessandro Forlenza, anche lui indagato. Si parla di cattiva gestione, di condizioni disumane e di un'atmosfera dove la corruzione e la illegalità sembrano essere moneta corrente. All'interno del centro sembra infatti che una ex dipendente addirittura spacciasse.
Le Fiamme Gialle, nel loro blitz all'alba, hanno sequestrato documenti e liste di dipendenti. Ma c'è un'altra triste rivelazione e riguarda i fondi. Considerando quanto è stato scoperto, è logico che i fondi destinati al sostegno dei migranti irregolari sembrano non essere stati utilizzati per fornire assistenza adeguata. I titolari ricevevano 40 euro al giorno per ogni migrante.
I dubbi delle associazioni
Le condizioni dei reclusi, affetti da gravi patologie, sembrano essere state ignorate o trattate con una superficialità sconcertante. L'attenzione degli inquirenti si espande però su un quadro più ampio. La società Martinina srl, infatti, ha gestito anche altri centri di detenzione in Italia.
Questo solleva dubbi e preoccupazioni da parte di diverse associazioni. Il loro operato è stato oggetto di critiche da parte di varie organizzazioni tra cui Naga, Asgi e la "Rete No ai Cpr - Mai più lager" che hanno sollevato il velo sulla situazione inaccettabile dei centri di detenzione evidenziando una serie di pratiche contrarie agli obblighi contrattuali.