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L'esondazione del Seveso accende il dibattito sulle vasche tra i politici

Dopo il nubifragio di questa mattina è scontro tra Comune e Regione

L'esondazione del Seveso accende il dibattito sulle vasche tra i politici
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Milano questa mattina si è svegliata in una situazione di emergenza a causa nel nubifragio che ha colpito la periferia Nord e il quartiere Isola. Il peggio sembra passato, ma nel frattempo tra le forze politiche è scoppiata una polemica sulle vasche di laminazione.

L'esondazione del Seveso accende il dibattito sulle vasche

MILANO - Come riporta il Giornale dei Navigli, il nubifragio di questa mattina ha provocato l'esondazione del fiume Seveso. Non succedeva da novembre 2014.

"L'esondazione del fiume Seveso è terminata alle 12 circa ed è durata 6 ore e 10 minuti", ha comunicato l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli, che però non si tiene lontano dal sollevare una polemica:

"qualcuno ancora dice che le vasche non servono. Milano è pronta, la vasca è in collaudo ed entrerà in servizio a fine novembre, ma quelle di Regione Lombardia sono indietro".

La vasca milanese, situata nel Parco Nord, sarà affiancata da altre tre vasche in costruzione a Paderno Dugnano-Varedo, Lentate sul Seveso e Senago. L'obiettivo di queste strutture è quello di gestire le piene del fiume Seveso raccogliendo temporaneamente le acque, in modo da prevenire eventuali innalzamenti e inondazioni nella zona di Niguarda.

La replica di Fontana

La risposta di Attilio Fontana, però, non si è fatta attendere:

"Credo che Granelli si dovrebbe occupare di gestire meglio la città, perché credo che non siano mai successe tante situazioni come queste, che dimostrano un completo abbandono. Lui dovrebbe preoccuparsi a casa sua, noi il nostro lavoro lo stiamo facendo. Le vasche di laminazione saranno pronte, la prima verrà consegnata entro la fine di gennaio, la seconda entro marzo, stiamo rispettando i tempi. Di solito è sempre così: quando uno ha la coda di paglia cerca di scaricare sugli altri le sue responsabilità".

Le altre posizioni

Il dibattito si è poi esteso ad altri politici. Così Riccardo Truppo, capogruppo di Fratelli d'Italia a Palazzo Marino:

"Come sempre si ripete lo scenario che inaugura la stagione autunno/inverno milanese e le strade si allagano alla prima pioggia. In viale Zara conviene attrezzarsi con un porto fluviale. Ironie a parte, danni ai cittadini e agli esercizi commerciali, tombini che straripano e le vasche di contenimento di cui il Comune parla continuamente che si spera sempre possano funzionare ma così non è. Ora ci auguriamo che l'amministrazione proceda alla pulizia delle strade per liberarle dalle foglie cadute nella notte ed evitare che i tombini si intasino aggravando il problema. Dobbiamo ritenerci tra l'altro fortunati che in un contesto caotico come quello che regna a Palazzo Marino sulla gestione del verde, almeno non siano caduti alberi e non si siano ripetuti gli ingenti danni di luglio dovuti evidentemente ad una precaria manutenzione". 

Secondo Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in Lombardia, è

"incredibile che Fontana, totalmente immobile sul tema del dissesto idrogeologico in Regione, in un giorno in cui ci sono tantissimi territori in grande difficoltà anche per le colpe della Regione, giochi a scaricare le responsabilità sull'amministrazione comunale di Milano che, sul Seveso, è l'unica amministrazione che ha fatto qualcosa. Dovremmo collaborare in maniera più seria e non aizzare le polemiche".

Gianluca Comazzi, di Forza Italia, assessore al territorio di Regione Lombardia, ha chiesto le dimissioni di Granelli:

"la peggiore sciagura che colpisce Milano è quella di essere gestita da Granelli, che ormai da due lustri fa l'assessore in questa città ma riesce sempre a dare la colpa agli altri. I lavori per la realizzazione della vasca di laminazione di Bresso, di competenza del Comune, hanno subito ritardi clamorosi. La Regione ha messo a terra 210 milioni per la protezione del nodo idraulico di Milano".

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