Città a 30 all'ora: l'incontro pubblico a Milano per capire come ridurre il limite di velocità in città
Continua il dibattito sulla riduzione del limite di velocità a 30 km orari a Milano dopo l'approvazione dello storico ordine del giorno al Consiglio comunale dello scorso gennaio.
Dopo il sì del Consiglio comunale per una città più "lenta" si è tenuto a Milano un incontro pubblico per discutere su come ridurre il limite di velocità in ambito urbano.
Città a 30 all'ora: l'incontro pubblico a Milano
MILANO - Ridurre la velocità in città a 30 km/h e restituire le strade alle persone. Questa è la ricetta proposta da "Città 30, istruzioni per l'uso", l'incontro pubblico organizzato dal comitato Sai che Puoi? Legambici - Legambiente per la Mobilità, da Cascina Nascosta e Cicloffocina Nascosta, per comprendere come rendere Milano una città a 30 km/h. Presenti gli assessori comunali alla mobilità Arianna Censi, al Verde Elena Grandi, ai Servizi civici Gaia Romani e alla casa Pierfrancesco Maran.
L'architetto Matteo Dondé, uno dei primi sostenitori della città 30
"L'80% dello spazio pubblico delle città è occupato dalle strade e se questo spazio lo dedichiamo solo allo scorrimento del traffico abbiamo perso tantissimo" - ha sottolineato l'architetto urbanista Matteo Dondé, tra i primi teorizzatori della città 30 - La strada è nata come luogo di incontro e socializzazione. I lungarni a Firenze, ad esempio, sono solo degli assi di scorrimento, una strada dove si va e basta, mentre per quanto riguarda il Lungosenna a Parigi, dal 2017 è stata chiusa completamente la strada e oggi è la nuova piazza di Parigi, sempre piena di persone e bambini che giocano. Questo rappresenta quanto abbiamo perso delle funzioni della strada con il modello auto-centrico".
Le sue proposte per Milano
L'architetto ha continuato proponendo soluzioni per creare la città 30 e ha presentato i casi di successo di questo nuovo modo di progettare lo spazio pubblico: "Da maggio 2021 la Spagna ha cambiato codice della strada, ora si va a 30 km/h e il limite di 50 rimane solo sulle strade a doppia corsia di marcia. Per Milano, significa lasciare le radiali di ingresso e le strade a due corsie per senso di marcia a 50 km/h, ma il resto a 30 km/h.
Cosa succede in Europa
Anche l'OMS ha fatto una ricerca su come rendere migliori le città e non a caso cita i 30 all'ora e una seduta ogni 100 metri per consentire anche agli anziani di passeggiare per le città. Ovviamente non basta un cartello o un pittogramma per terra, ma diventa un'occasione per riqualificare gli spazi. Amsterdam già lo ha fatto: non mette la ciclabile sul marciapiedi sottraendo spazio ai pedoni.
A Copenaghen, città grande quanto Milano, il 50% delle persone si muove in bicicletta e nelle strade secondarie ci sono isole salvagente su strade più larghe. Con queste strutture fisicamente le auto non possono andare più di 30 km/h".
Il responsabile mobilità Legambiente Lombardia
Secondo Federico Del Prete, responsabile mobilità e spazio pubblico Legambiente Lombardia, "Città 30 è realizzabile a Milano con un provvedimento amministrativo in cui il consiglio comunale stanzi degli investimenti, come ad esempio ha fatto Bologna in seguito al suo ordine del giorno. Poi si dovrà procedere con una progettualità molto precisa, che dal nostro punto di vista deve iniziare a capire non tanto cosa si va a mettere nello spazio pubblico ma cosa convenga togliere.
Milano in questo momento è l'unica delle 14 città metropolitane italiane ad avere un tasso di motorizzazione in discesa, cioè 495 automobili ogni 1000 abitanti, ma siamo ancora abbondantemente sopra la media delle città europee. Vale la pena chiedersi perché delle città attrattive anche per investimenti e turismo abbiano dei tassi di motorizzazione che sono la metà del nostro.
Lo spazio pubblico va restituito alle persone perché in questo momento non tutti hanno il diritto di percorrerlo in sicurezza. Il futuro è nel trasporto collettivo. Milano ha un respiro di 800 mila automobili che vanno e vengono durante la giornata. Conviene mettere in sicurezza lo spazio pubblico che abbiamo riducendo il numero di autoveicoli privati. La mobilità sostenibile non è nel cambiare il motore a un auto, ma si ottiene restituendo ai cittadini la libertà di scelta su quale veicoli utilizzare".
Collegato da Valencia l'assessore del Comune
In collegamento, è intervenuto l'assessore alla mobilità del Comune di Valencia Giuseppe Grezzi, parlando dell'esperimento già avviato dalla sua città: "È il momento di rivendicare il diritto alla città, per troppo tempo le città sono state trasformate in spazi ostili, malsani, inefficienti anche da un punto di vista economico. C'è una tendenza alla razionalizzazione dell'uso dei mezzi di trasporto. Si deve scommettere in un progetto che trasforma il volto delle nostre città, è un dovere civico e un investimento per il futuro. Gli spazi pubblici diventano così fruibili da tutti, dai bambini agli anziani. Se una città è comoda e sicura per i bambini, è a misura di tutti. Bisogna cambiare l'uso degli spazi e rendere l'uso delle macchine sempre più residuale" ha concluso l'assessore.
Il sì del Consiglio Comunale a gennaio
Il progetto di rendere Milano una "città 30" deriva da un ordine del giorno votato in consiglio comunale lo scorso 9 gennaio. Il consigliere Marco Mazzei, promotore dell'ordine del giorno, ha sottolineato l'unanimità del voto: "L'ordine del giorno arriva con le firme di tutti i consiglieri di maggioranza, cosa che non succede molto spesso, e ha un peso politico molto forte per la città di Milano. Ne stiamo parlando dal 2012. In questi due mesi abbiamo registrato tanti commenti al provvedimento, opinioni e punti di vista contrari. È fondamentale stare concentrati sul punto, i 30 sono la misura minima che garantisce la vita delle persone in ambito urbano".