Hacker deviano i bonifici da aziende ai propri conti: beccati e denunciati
Vittima della truffa una ditta milanese di autotrasporti a cui la polizia è riuscita a far restituire le somma di 13.550 euro, indebitamente sottratta online.
Hacker deviano i bonifici da aziende ai propri conti: beccati e denunciati.
Hacker deviano i bonifici da aziende ai propri conti: beccati e denunciati
MILANO – Si chiama truffa “man in the browser”: il truffatore si inserisce nel sistema informatico delle vittime, nella maggior parte dei casi aziende, e attraverso malware trasmessi con la posta elettronica, dopo un’analisi dell’attività commerciale, si sostituisce all’utente per modificare i codici iban bancari di destinazione di eventuali bonifici.
La truffa “man in the browser” ai danni di una ditta milanese di autotrasporti
Ne è stata vittima una ditta milanese di autotrasporti a cui la polizia è riuscita a far restituire le somma di 13.550 euro, indebitamente sottratta online. L’attività investigativa dei poliziotti del Commissariato Comasina ha permesso di far emergere la frode.
La Polizia di Stato ha restituito 13.550 euro all’azienda truffata
Le indagini degli agenti sono state avviate a seguito di due denunce presentate dal titolare dell’impresa milanese di autotrasporti, tra agosto e settembre del 2019.
Le indagini del Commissariato Comasina avviate a seguito di due denunce
Nel primo episodio, l’istituto bancario della vittima ha bloccato il bonifico che stava per essere accreditato su un conto corrente diverso da quello disposto, mentre nel secondo caso la truffa è stata consumata e i responsabili sono riusciti a deviare il bonifico su un altro conto corrente intestato a un 30enne italiano.
Al prestanome veniva riconosciuto il 5%
Gli agenti hanno accertato che a un cittadino 23enne moldavo, intestatario e prestanome di 12 conti correnti dove venivano accreditate indebitamente i soldi sottratti tramite i bonifici, veniva riconosciuto il 5% delle somme depositate da parte di un “livello criminale superiore”.
Il denaro sottratto veniva poi trasferito su conti esteri
Il denaro sottratto, dopo poco tempo, veniva trasferito su conti esteri non raggiungibili o convertiti in moneta virtuale. A tali conti correnti era necessario allegare un numero telefonico e, per questo, era stata utilizzata l’identità di una donna ucraina 45enne, così da rendere più difficoltosa la ricostruzione del titolare del conto.
Si sta indagando su altri 5 casi di truffa in Lombardia ed Emilia Romagna
Sono cinque gli episodi fraudolenti commessi ai danni di imprese in Lombardia ed Emilia Romagna sulle quali stanno investigando le forze dell’ordine, come racconta giornaledeinavigli. Il cittadino moldavo, la donna ucraina e il 30enne italiano sono indagati per accesso abusivo al sistema informatico e frode informatica. Sono in corso, infine, ulteriori approfondimenti da parte della polizia postale anche di altre province italiane per individuare i responsabili delle truffe che garantivano, inoltre, la percentuale agli indagati.